A Pantelleria la siccità dimezza raccolta capperi

Nel 2016, cala la produzione agricola, a Pantelleria (Tp), a causa della siccità e delle scarse precipitazioni, che non registravano un’incidenza così bassa dagli anni ’80. A farne le spese le eccellenze del territorio note in tutto il mondo: la produzione di capperi risulta dimezzata, l’uva registra un calo del 30% rispetto al 2015. E’ quanto emerso nel corso di “Passitaly”, la manifestazione enogastronomica di promozione dei prodotti tipici dell’Isola, al via da giovedì a Pantelleria. Non a caso il comune ha già avviato l’iter per il riconoscimento dello stato di calamità per i danni subito dai produttori.
“Quest’ anno a causa della siccità. la produzione di capperi ha subito un calo del 50% che andrà a incidere sul fatturato – dice Rosario Cappadona, responsabile commerciale della cooperativa agricola capperi di Pantelleria che raccoglie 200 soci produttori -. In media a Pantelleria si producono 2 mila quintali di capperi, quest’anno la produzione si è attestata a quota mille quintali, con un calo del fatturato vicino al 50%”. “In Italia ogni anno – aggiunge – si producono 2.500 quintali di prodotto, circa 200-300 quintali a Salina, la restante parte in Puglia. In Italia il consumo è di circa 10 mila quintali. Il 70% della produzione di capperi proviene da Pantelleria, che tra l’altro produce circa il 30% del fabbisogno nazionale”.
“Era dagli anni’80 – aggiunge il presidente dell’ Unione Italiana Vini, Antonio Rallo – che a Pantelleria non si verificava un’annata così siccitosa. La produzione di uva ha subito un decremento medio del 30%. Sotto i 300 metri di altitudine abbiamo perso circa il 50% di vitigni. Siamo preoccupati”.
“Abbiamo già avviato l’iter – dice il vicesindaco di Pantelleria Angela Siragusa – per chiedere al ministero il riconoscimento dello stato di calamità per i danni subiti dai produttori”.

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