Lettere al Direttore/ La sanità che arretra

Il tentativo, perchè ancora tale rimane, di riordino della rete ospedaliera della Regione Sicilia conserva in sè ancora tanti enigmi verso i quali le soluzioni prospettate da parte dei Commissari delle Aziende Sanitarie interessate sono state variegate e non univoche. La Cimo esprime profonda preoccupazione per questi eterogenei comportamenti tenuti dai commissari che rischiano di disorientare e penalizzare gravemente gli operatori sanitari che ancora restano in attesa del definitivo sblocco delle assunzioni. A testimonianza di quanto asserito sono le diverse circolari emanate dall’Assessorato della Salute che, nel ricordare ai suddetti Commissari che la rete ospedaliera ancora non è approvata in via definitiva, tentano di omogeneizzare i processi di assunzione del personale medico. L’ultima di queste, notificata ai manager delle 17 aziende sanitarie dell’isola in ordine di tempo è del 3 novembre scorso, quarantotto ore prima del voto per le regionali,  pone dei paletti precisi alle assunzioni che i commissari devono rispettare, pena l’intervento della Corte dei conti, primo fra tutti quello che le procedure di assunzioni a tempo indeterminato devono interessare le aree di emergenza-urgenza poichè non saranno colpite dai tagli. In particolare l’ASP di Messina lo scorso 3 novembre ha pubblicato una propria delibera con la quale indice un concorso pubblico per titoli ed esami finalizzato alla stabilizzazione del personale precario per un totale di 32 posti suddivisi per varie specialità. Bene e lodevole sicuramente l’iniziativa la quale però non manca di suscitare perplessità e preoccupazioni. La prima è che tra le specialità con posti da mettere a concorso manca proprio la Chirurgia Generale la quale, secondo il piano di fabbisogno triennale 2017-2019 a cui per legge bisogna riferirsi, risulta carente di 7 unità mediche. Per di più disattendendo le indicazioni Assessoriali secondo le quali le assunzioni a tempo indeterminato del personale medico debbono interessare i reparti afferenti all’aera di emergenza-urgenza,come appunto la chirurgia, mentre nello stessa delibera sono citate specialità che non rientrano in tale collocazione. Verso tale prospettiva sono molti i dubbi ed i timori che assalgono i chirurghi anche degli Ospedali di Milazzo e Barcellona che sono contrattualizzati ininterrottamente sempre nello stesso posto anche da quindici anni e che vedrebbero svanire le loro legittime aspettative dopo tanti anni vissuti nei sacrifici e nell’incertezza della loro stabilizzazione. Anche alla luce delle recenti decisioni dell’ASP di Messina di assumere personale medico attingendo  a graduatorie  concorsuali fuori dalla provincia di Messina. Oltre le righe ma in piena coscienza mal verrà compreso da chi che tramite un concorso potrà vedere sfumata la meta dell’assunzione a tempo indeterminato. La domanda che gira tra i colleghi dei reparti dell’ospedale di Milazzo è la seguente: con quale coraggio mi verrà detto a fine concorso che non sono più idoneo ad essere assunto per via definitiva nello stesso posto che ho onorato da quindici anni anche quando l’Azienda si trovava in difficoltà per il reclutamento di personale? A queste domande il buon senso giuridico ed amministrativo devono dare risposta. Così come i Manager ancora in carica devono dare risposte alla collettività per lo stato di degrado ed incuria in cui versano ancora gli ospedali da loro amministrati ed il presidio mamertino  in tal senso ne è la plastica rappresentazione con carenze croniche di personale, in un degrado organizzativo e strutturale drammatico in assenza di un direttore sanitario malgrado il concorso a suo tempo per la copertura del posto sia stato già stato bandito. La tela di Penelope tessuta del Direttore Generale dell’ASP di Messina sugli ospedali di Milazzo e Barcellona, con l’avallo e le indicazioni ci certa politica uscita sconfitta alle scorse elezioni regionali, ha prodotto nel tempo tali e tante distorsioni amministrative ed organizzative penalizzanti entrambi i presidi da concludere che come il sarto con tanta stoffa non è riuscito a realizzare un vestito per le continue modifiche e correzioni così il Manager non è riuscito  a dare corpo ad un ospedale degno di essere chiamato con questo nome. Mentre i pazienti sempre più disorientati e smarriti cercano rifugio nelle proposte sanitarie fuori dalla propria ASP di appartenenza affollando ancora in gran numero i cosiddetti viaggi della speranza che alle casse dell’erario siciliano costano ancora cifre prossime ai 200 milioni di euro l’anno.

 Dott. Giuseppe Giannetto
Segretario CIMO ASP Messina

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