PENSIERI IN LIBERTA’ Leader o padre nobile

Una nota personalità politica manifestando la sua disapprovazione alla linea e alla azione della sua formazione politica pare abbia affermato,come riportato da autorevole stampa,che come padre nobile del partito non riconosceva più la sua creatura.

Evidentemente il dissenso sarà stato forte per avere provocato una così dura reazione.

Senza entrare nel merito dei motivi del dissenso a me pare che in una vera democrazia non vi è posto per i “padri nobili” dei partiti perché il potere viene dalla base.

Essere fra i fondatori o fra i primi aderenti non dà il privilegio della guida eterna.

Così come incarichi nel partito non danno la patente dell’infallibilità.

In democrazia la base è sovrana anche se in questi ultimi tempi la base viene consultata raramente e con modalità  che ricordano i criticati “plebisciti”.

Si può essere e si è leader quando si riesce a coagulare consenso più che alla persona: alle idee,ai progetti,ai programmi enunciati.

Ma anche i leader sono soggetti al giudizio della base.

Niente è immutabile tranne che non si tratti  di partito personale.

I padri nobili ricordano le repubbliche oligarchiche che di democratico avevano troppo poco o nulla in quanto rassomigliavano più alle monarchie  con la differenza  dell’elezione del Presidente.

Luigi Celebre.

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