Area di stoccaggio e recupero di idrocarburi, Mare Pulito ribadisce la bontà dell’intervento

Finisce davanti al Tar lo scontro tra imprenditori milazzesi interessati alla realizzazione di un impianto di stoccaggio e recupero idrocarburi nell’area Irsap di San Biagio ed il Comune di San Pier Niceto. Un epilogo che giunge dopo un lungo braccio di ferro culminato, nelle scorse settimane, con la sospensione dei lavori disposta con ordinanza dall’ente locale sanpietrese.
Uno stop che la società titolare dell’investimento, la “Mare Pulito srl” di Milazzo contesta sostenendo di aver ottenuto tutte le autorizzazioni previste e persino – nel dicembre del 2016 – la concessione edilizia. Tant’è – aggiunge – che i lavori erano stati già avviati e si è proceduto alla realizzazione del primo corpo di fabbrica. «Poi – spiega Francesco Giamboi, legale rappresentante della società – la necessità di una variante ha determinato la richiesta di una nuova autorizzazione da parte dei vari enti. Le otteniamo già a settembre e ad ottobre il Comune ci invita a versare gli oneri per il rilascio della concessione edilizia. Procediamo al dovuto ma anziché il via libera riceviamo un provvedimento di sospensione».
A decidere dopo il ricorso d’urgenza della società avverso il provvedimento comunale, adesso sarà il Tribunale amministrativo nell’udienza del prossimo 8 febbraio. «Questa vicenda – prosegue Giamboi – è il classico esempio di come la pubblica amministrazione spesso condizioni gli interventi degli imprenditori privati inducendoli a non investire. In questo progetto è previsto un investimento di 7 milioni di euro in un’area peraltro a destinazione industriale come quella ex Asi, per realizzare un impianto che punta alla realizzazione di un impianto recupero idrocarburi, mediante trattamento chimico-fisico delle acque di sentina e rifiuti degli oli esausti da natanti. Un impianto per il trattamento dei prodotti di ritiro di solidi e liquidi speciali prodotti dalle navi che fanno scalo presso i terminali petroliferi della Raffineria e presso il porto commerciale di Milazzo. La realizzazione di tale struttura permetterebbe di far confluire tutti i rifiuti del porto con evidenti benefici dunque per l’intero comparto ed il territorio, salvaguardando l’ambiente dall’inquinamento da idrocarburi da natanti, dando valore all’economia locale, creando anche occupazione (una trentina i posti di lavoro inizialmente previsti) risolvendo l’annoso problema dello smaltimento».
Giamboi respinge le accuse di un possibile impatto inquinante del nuovo opificio. «È l’esatto contrario visto che l’intervento punta al disinquinamento attraverso il corretto smaltimento dei rifiuti prodotti dalle navi. Se avesse avuto un impatto ambientale non credo avrebbe ricevuto ben 11 autorizzazioni: ministero dell’Ambiente (Aia e Via), Soprintendenza di Messina, assessorato regionale al Territorio ed ambiente e Irsap che ha ceduto il terreno vincolandolo esclusivamente alla realizzazione di questo tipo di struttura».

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