La “Stella Maris” di Milazzo, straordinaria realtà nazionale

Il direttore mondiale dell’Apostolato del mare, Bruno Ciceri è stato a Milazzo in occasione della giornata della gente di mare, visitando la Stella Maris ed esprimendo soddisfazione per il grado di accoglienza che Matteo Di Flavia assicura ai marittimi. Un impegno quotidiano che non si riscontra in altre sedi. Apprezzamenti alla “Stella Maris” anche da parte dell’arcivescovo di Messina. Giovanni Accolla che assieme a padre Mario Savarese ha visitato la struttura di molo Marullo.
Una scommessa vinta quella della “Stella Maris”. L’apertura di un punto di accoglienza nel porto, a molo Marullo, fortemente voluta dal presidente Matteo Di Flavia, si è rivelata importante per i numerosi marittimi che giornalmente sbarcano dalle varie navi che approdano nello scalo mamertino. Nel corso della riunione del Comitato welfare presieduta dal comandante della Capitaneria di porto sono stati resi noti i risultati dei primi nove mesi di attività. E si tratta di numeri importanti. La struttura ha infatti ospitato quasi 3000 marittimi, dei quali 50 per cento filippini, 30 % indiani e indonesiani, il resto di altre nazionalità. In appena due mesi dall’apertura quasi 1.000 persone di tutte le nazionalità. «Siamo sempre qui operativi – ha detto Di Flavia – e accogliamo i marittimi già all’imbarcadero consegnando loro tutte le informazioni di cui necessitano e invitandoli a trovare ristoro nella nostra sede. Ma non solo. Siamo pronti a fornirgli quei servizi che sono indispensabili come il cambio della moneta estera, accompagnandoli all’ufficio postale. Devono sentirsi come fossero a casa loro». Una accoglienza che non fa distinzioni di bandiera o religione e anzi, a volte, è davvero bello vedere assieme cattolici che leggono la Bibbia e musulmani col Corano seduti sul tappeto. E poi ancora tutti insieme a vedere la televisione che consente la visione su diversi satelliti e in ben 8 lingue. «Il tutto – precisa Di Flavia – ovviamente a titolo di volontariato, grazie alla solidarietà di qualche benemerito».

Giampaolo Petrungaro

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