Lettere al Direttore/ PRONTO SOCCORSO DI MILAZZO SOMMERSO DA ACCESSI

Il pronto soccorso di Milazzo in questi giorni è particolarmente  sovraffollato da un cospicuo numero di utenti che si rivolgono alle cure dei locali sanitari e da un sensibile incremento degli accessi da parte delle ambulanze del servizio di emergenza 118. In particolare le richieste giungono anche in gran quantità dagli ospedali vicini, ad esempio quello di  Barcellona dove la locale TAC risulta ad oggi guasta. Ma sono anche numerosi i pazienti che vengono accompagnati dai propri  famigliari o sempre dal servizio di emergenza da comuni che ricadono in altri distretti sanitari come quello di Patti ed anche di Sant’Agata di Militello poichè il nosocomio milazzese è ritenuto di poter offrire, in alcuni casi, una proposta sanitaria evidentemente più ampia. Il personale sanitario pressato da questa enorme mole di lavoro ed operando talvolta in condizioni logistico-organizzative locali non proprio ottimali, riesce con spirito di sacrificio a fronteggiare qualsiasi evenienza. Ma troppo spesso al pronto soccorso di Milazzo si crea una situazione di stallo, ad imbuto, dovuta anche alla mancanza di posti letto all’interno del proprio nosocomio che sovente sono carenti anche negli altri ospedali della provincia di Messina compreso il suo capoluogo. Per tale motivo i tempi di attesa dei pazienti da ospedalizzare si allungano a dismisura ed il personale sanitario è distratto da altri compiti perchè impegnato alla ricerca del posto letto in altri nosocomi trovandolo in alcuni casi anche fuori provincia. Talvolta ad accentuare queste criticità contibuisce una non corretta coordinazione tra gli interventi urgenti operati nel territorio e la centrale operativa di riferimento che concorre ad ingolfare ulteriormente una situazione non proprio fluida. Inoltre l’insufficiente numero di barelle a disposizione del pronto soccorso, ricordo su una dotazione di almeno 12 ne sono funzionanti solo quattro, determina lunghe code successive al triage e quindi all’accettazione dei pazienti costringendo gli equipaggi del 118 a soggiornare con il paziente a loro carico per tutto il tempo necessario sino a quando si renderà disponibile una barella dello stesso pronto soccorso sottraendo preziose risorse professionali alle chiamate di aiuto provenienti dal territorio. I numeri d’altronde parlano chiaro ovvero che sino ad inizio settembre sono state erogate 26mila prestazioni suddivise per i relativi codici di gravità da personale sanitario, sostanzialmente carente nel numero, esposto talvolta a turni massacranti e costretto ad operare sempre in un clima di tensione tale da dover subire in un numero sempre crescente di casi aggressioni verbali e fisiche come riportato dalle cronache giornalistiche.

Giuseppe Giannetto    

 

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