La polizia di Stato di Ragusa ha fermato un cittadino del Gambia per la morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina della trentenne del Mali il cui corpo è arrivato ieri a Pozzallo insieme ad altri 299 migranti da nave Vos Hestia, di Save the Children. A bordo c’ erano anche i due figli della donna: una bambina di 9 anni e un maschietto di 6 che sono stati affidati all’Istituto delle suore del Sacro cuore di Ragusa. La donna è stata ‘schiacciata’, mentre col corpo faceva da ‘scudo’ ai suoi figli, da altri migranti rimasti bloccati nella prua di un gommone che si è spezzato in due dopo 5 ore di navigazione in mare aperto. “Quando si è accasciata – hanno raccontato alcuni migranti – pensavamo fosse svenuta. Lo scafista voleva farci gettare il corpo in mare, ma ci siamo rifiutati. Ai bambini abbiamo detto che la mamma stava dormendo, ma poi hanno capito”.
La donna potrebbe avere un fratello in Europa, e più probabilmente o in Francia o in Italia. Lo hanno riferito dei testimoni del viaggio. La polizia di Stato ha avviato le ricerche contattando l’ambasciata del Mali in Italia e verificando i numeri di telefono scritti su diversi biglietti trovati dagli investigatori. I primi esami medico legali hanno permesso di stabilire che la donna è morta per “asfissia secondaria per schiacciamento da sovraffollamento”. Diversi migranti hanno ricostruito alla squadra mobile della Questura di Ragusa il loro arrivo in Libia dove sono partiti stipati su un gommone la cui ‘guida’ è stata affidata un diciottenne del Gambia, Nyama Sousou, che è stato fermato, su disposizione della Procura, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per la morte della donna come conseguenza di un altro reato.