Il Pd propone a Crocetta un “Piano di fine legislatura”

Dopo la valanga di No in Sicilia al referendum, settori del Pd sollecitano una riflessione sul partito, sul governo regionale e sul percorso di fine legislatura. Se ne fa interprete un esponente di peso come il vicecapogruppo all’Assemblea regionale siciliana Giovanni Panepinto, uno degli “anziani” della formazione politica, come egli stesso si definisce: “Sono deputato del Pd dal 2006”. E avverte: “Basta con l’eterno contrasto con Crocetta. Occorre stabilire un decalogo delle cose da fare”. Insomma, barra dritta su tenuta del partito e della maggioranza e sui contenuti, per traguardare senza danni le Regionali dell’autunno 2017. Il partito “ora deve fare una riflessione – afferma Panepinto – basta fare troppe alchimie, non credo che ci possa essere un mondo in cui il quartier generale centrale decida sorti e destini del Pd ovunque. Bisogna fare una riflessione, ritornare sui territori e  ricordarci che il partito sostiene il governo e si assume la responsabilita’ quasi in toto dell’azione di governo. In Sicilia come  sul piano nazionale”. Panepinto invita il suo partito a una presa di coscienza: “Dobbiamo guadagnarci ora credibilita’ e realizzare le cose dette e prima ancora programmate”. E poi aggiunge: “ad oggi in Sicilia il Pd e’ comunque l’unico soggetto politico esistente, pur nella sua complessita’ e nella sua natura conflittuale, gli altri non ci sono”. Chiaro il riferimento al movimento dell’ex ministro Toto’ Cardinale, Sicilia Futura, che, afferma, “non puo’ far parte di una federazione in cui ci sia anche il Pd. “L’idea di Cardinale – prosegue il numero due del gruppo all’Ars – mi lascia perplesso. Non possiamo immaginare il partito come federato con altri movimenti. Il Pd ha una sua identita’, Sicilia Futura e’ altro e gli altri sono un’altra cosa. L’idea di un grande casermone che raccoglie tutti non funziona e non funzionera’ mai – argomenta Panepinto – soprattutto nell’ipotesi di disegnare una grande strategia complessiva, perche’ su molte cose non siamo d’accordo. Ci siamo gia’ misurati in uno scontro non visibile per votare l’assestamento del bilancio”

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