Sindaci decaduti per bilanci pronti a presentare ricorso

I sette sindaci decaduti per effetto di un decreto del Presidente della Regione legato alla mancata approvazione dei bilanci di previsione nei termini di legge presenteranno un ricorso al Tar per chiedere la sospensiva del provvedimento. “Si tratta di una vicenda gravissima che rischia di coinvolgere la stragrande maggioranza dei comuni siciliani che ha approvato in ritardo i bilanci 2016 e non ha ancora potuto approvare il previsionale 2017 anche a causa della mancata approvazione del Bilancio regionale e dall’assenza di dati sui trasferimenti regionali”, hanno affermato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di AnciSicilia, in occasione del Consiglio generale dell’associazione che si tiene a Villa Niscemi. “Si tratta di un provvedimento – ha detto Orlando – che consegna di fatto i sindaci a una sparuta minoranza e rischia di causare il disastro finanziario dei Comuni”. Il caso nasce in seguito alla pubblicazione in gazzetta ufficiale della legge regionale del 29 marzo 2016 numero sei sulla “interpretazione autentica in materia di cessazione delle cariche negli enti locali”. Secondo l’associazione, infatti, dal combinato disposto della legge in questione e dall’articolo 11 della legge regionale 35 del 1997 ne deriva che “a prescindere dalle cause e dalle motivazioni, la mancata approvazione del bilancio di previsione determina anche la cessazione del sindaco e della Giunta”. Secondo l’Anci, però, si tratta di “un meccanismo perverso che consente di mettere in atto una mozione di sfiducia mascherata senza dovere ricorrere al quorum necessario per approvare una vera e propria sfiducia”. Una gravità che non emerge nella sua interezza, sottolinea l’associazione dei comuni, “se non si mette in relazione con la condizione finanziaria degli enti locali dell’isola che nella stragrande maggioranza negli ultimi anni hanno approvato il bilancio di previsione in ritardo rispetto ai tempi di volta in volta previsti”. Nel 2016 erano 300 i comuni (su 390) che non avevano deliberato il rendiconto di gestione finanziaria 2015 e 347 quelli che non avevano approvato il bilancio di previsione 2016. “La verità è che sono state cambiate le regole in corsa”, ha detto il sindaco di San Piero Patti, uno di quelli decaduti, che sono intervenuti al Consiglio dell’Anci. “Se l’avessi saputo prima non avrei mai fatto il primo cittadino perchè ciò vuole dire essere sotto ricatto”.

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