Messina / La città peloritana inaugura il MuMe.

Giornata di festa domani a Messina per l’inaugurazione del Museo Regionale di Messina, dopo la parziale consegna del 9 dicembre scorso.
Al termine della cerimonia ufficiale, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano, del presidente della Regione, Rosario Crocetta, del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, le sale del MuMe, saranno gratuitamente accessibili ai visitatori dalle 20 alle 22.30.
Durante la conferenza stampa di presentazione della struttura alla stampa, nella mattinata del 16 giugno, l’assessore regionale dei Beni Culturali e della Identità Siciliana, Carlo Vermiglio, il direttore del Polo Regionale di Messina per i siti Culturali – Museo Interdisciplinare, Caterina Di Giacomo ed il Responsabile dei lavori di completamento della struttura, Gianfranco Anastasio, hanno messo in evidenza il ruolo che questo luogo, del tutto nuovo, assolutamente commisurato alla vastità ed al prestigio delle collezioni civiche in esso contenute e delle centinaia di opere recuperate dalle macerie, si propone di giocare per la città: un “luogo di identità, uno spazi mussale di respiro europeo dove la comunità siciliana e quella internazionale potranno sfogliare la lunga e straordinaria storia bimillenario di cui Messina è stata protagonista anche nel campo delle arti”.
E’ l’assessore Vermiglio ad attirare l’attenzione sul significato della riapertura del museo: la riappropriazione di un “luogo cardine per la storia di questa città, una patria culturale che racconta l’eredità millenaria di questo territorio”, bruscamente interrotta dal terremoto del 1908.
Durante la conferenza stampa, l’Assessore ha sottolineato, inoltre, l’importanza della sinergia che ha consentito il raggiungimento di “un traguardo importante per Messina”, la restituzione di un patrimonio “troppo a lungo negato”. Vermiglio ritiene che il museo possa rientrare in una visione strategica in cui la cultura debba essere il “lievito della nostra società”.
Proprio la città di Messina, la sua cittadinanza e la creazione di un comune sentimento di identità ed appartenenza sono stati alla base del progetto di rinascita del Museo regionale, così si esprime anche la direttrice, Caterina Di Giacomo, che afferma l’intenzione di renderla un “trampolino di lancio di “Messinanuova”, rendendolo uno spazio “open”, a disposizione dei cittadini e della città.

Le 750 opere attraversano tutta la storia della nostra città, dalla sua fondazione alle soglie del XX secolo e contribuiscono a creare una “macchina urbana e sociale, un luogo aperto alle complessità del mondo contemporaneo, laboratorio per una rinnovata consapevolezza storica”, così parla entusiasticamente Gianfranco Anastasio.
Un museo tutto da visitare, passando per la sezione archeologica, il percorso medievale, per il settore dedicato ad Antonello da Messina, per la suggestiva sezione sull’editoria, l’esposizione rinascimentale dell’Alibrandi, per i due capolavori di Caravaggio, fino ad arrivare al sorprendente 800 di Aloysio Juvara ed agli ultimi dipinti a ridosso del Terremoto.

“Il museo è la testimonianza di una lunga vicenda di cultura e di arte, incessante stratificazione culturale di cui oggi il poco rimasto, per il terremoto e per tutte le sventure che hanno preso di mira la povera Messina, attesta la ricchezza del patrimonio artistico di una città la più continentale dell’intera Sicilia che, oltre agli agganci a Napoli e alla Spagna in ragione dell’appartenenza al vicereame, si allarga all’area adriatica sino a Venezia ed alla costa dalmata, alle Fiandre”, così Federico Zeri introduce il catalogo del Museo Regionale di Messina del 1992.

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