Giovani e Disoccupati, una lettera in redazione

Signor Direttore,

a me sembra che ci sono dei problemi che la classe politica tende a sottovalutare e conseguentemente a procrastinarne la soluzione anche se la grande stampa ne ha dato ampie notizie evidenziando la gravità dei problemi.

Il primo che mi permetto di indicare è quello dei giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano, non lavorano e non seguono un processo di formazione.

Vengono indicati con la sigla di NEET.

La sigla è inglese ed è forse per questo che il problema non ha avuto l’eco che merita ?

Questi giovani sono solo un problema che riguarda le loro famiglie ?

O sono un problema che riguarda la società tutta perché da noi, in Italia, sono uno su cinque?

Ma quali sono i motivi di questa non scelta e di abbandonarsi al fatalismo per il loro futuro ?

Indolenza o scarsa fiducia in se stessi o, quel che è peggio, nelle istituzioni  perché ritenute incapaci  di assicurare un futuro certo senza ricorrere alle soluzioni di emergenza che hanno creato grande demotivazione e insoddisfazione con gli eterni precariati ?

Se la motivazione è quest’ultima ipotesi il problema è di tutta evidenza di una gravità incommensurabile.

Altro problema ,anch’esso urgente, è quello delle persone che non hanno un tetto  per la notte e sono costrette a vivere in strada.

Nella cronaca della capitale della Sicilia un importante quotidiano  dopo aver dato notizia di una coppia di coniugi  costretti a vivere  in auto,non per loro colpa,ha quantificato in 200 le persone che a Palermo sono costrette a vivere in strada e mille le famiglie nella lista delle emergenze abitative.

Anche questa a me sembra una situazione gravissima ed urgente.

Non sono questi i problemi che esigono una soluzione prioritaria ?

La storia,che è maestra di vita,ci insegna che le mancate soluzioni  rischiano di far la fortuna politica dei moderni Masaniello.

Luigi Celebre

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