La Cimo accusa: “L’Ospedale di Milazzo versa in un degrado strutturale continuo”

L’Ospedale di Milazzo versa in un degrado strutturale continuo in assenza di una progettualità organizzativa condivisa. Ad affermarlo in una nota il dottor Giuseppe Giannetto, segretario dell’Asp di Messina. “L’abbandono al suo triste destino è evidente a chiunque si approcci alla struttura: assenza di posti auto dedicati ai  visitatori ed al personale sanitario che ha assistito all’esproprio di un’apposita area di parcheggio ad esso dedicato e che per tale motivo è costretto ad impiegare un tempo eccessivo alla ricerca di un qualsiasi angolo di spazio ove posteggiare anche quando per necessità di servizio è chiamato a raggiungere la propria sede di lavoro nel più breve tempo possibile. Le strade attorno alla struttura ospedaliera – prosegue la nota – sono invasi da qualsiasi genere di rifiuto sicuramente per uno scarso senso civico della gente che viene promosso da una carente disponibilità di cestini portarifiuti. Le aree verdi di corollario al presidio mamertino soffrono della mancanza di una manutenzione ordinaria e con il concomitante stazionamento di rifiuti di varia natura mai rimossi sono il naturale rifugio per ogni genere di animale.

All’ingresso della struttura l’utente viene rapito da una sensazione di smarrimento poichè nessuna cartellonistica specifica nè la presenza di un desk accoglienza forniscono le indicazioni inerenti ai reparti e/o gli ambulatori presso i quali si deve recare, per cui si trova costretto a chiedere le relative indicazioni a qualsiasi persona in divisa si trova di fronte un po come succede al passante per strada!

Da più di un mese non è attiva la cassa ticket all’interno dell’Ospedale. Gli utenti vengono invitati da appositi cartelli a recarsi in direzione sanitaria per ricevere indicazioni sull’importo da pagare per poi portarsi  ad un vicino  tabacchino abilitato al servizio, ma solo con carte di credito o bancomat, ovvero rivolgersi agli sportelli postali. Il disagio che ne deriva è ben intuibile quando un utente per una prestazione magari prenotata un anno addietro deve, prima di eseguire lo specifico esame, compiere questo estenuante percorso che sicuramente, se si fosse rivolto ad una struttura privata, si sarebbe risparmiato. Questo stato di cose, a parte recare enormi disagi all’utenza infondendo un legittimo senso di sfiducia verso l’istituzione pubblica che pertanto viene sollecitata a rivolgersi a pari strutture private, delegittimano e mortificano il lavoro dei professionisti che operano sia in regime istituzionale che intra-moenia determinando a loro ed all’ASP anche un danno di ordine erariale.

Per ultimo, ma non in ordine d’importanza e come denunciato dalla stampa, la vicenda dei guasti non rimediati degli strumenti deputati alla pulizia dei ferri dopo gli interventi chirurgici che merita di essere approfondita con l’accertamento delle responsabilità ad ogni livello sanando immediatamente questa ingiustificabile e grave circostanza.

Ecco solo alcune delle criticità a cui è esposto il presidio ospedaliero di Milazzo vittima a sua volta dei roboanti proclami di una sanità del terzo millennio, così come dipinta più volte da alcuni politici, che rimane allo stato delle cose relegata, nella più benevola delle ipotesi, nel limbo delle buone intenzioni o trovano spazio nei vacui programmi elettorali da spendere per le prossime elezioni regionali.

La realtà è invece un’altra cosa ed è composta da un’utenza sempre più smarrita a cui vengono meno i riferimenti sanitari del territorio e pertanto sempre più spesso viene costretta a rivolgersi alle cure di strutture pubbliche o private, molte volte anche di fuori regione, e da tanti professionisti seri e competenti che con tanto spirito di sacrificio portano avanti il loro lavoro di servizio verso la collettività lottando strenuamente contro la mala-gestio organizzativa nella quale sono costretti,loro malgrado, ad operare”.

Giampaolo Petrungaro

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