Beppe Picciolo guarda al futuro convinto che i siciliani sappiano scegliere

Per questo territorio abbiamo fatto tanto. In maniera concreta e non a parole. Il deputato Beppe Picciolo punta alla riconferma all’Ars consapevole che il lavoro svolto da Crocetta per quanto non sufficiente e poco apprezzato dai siciliani ha comunque permesso di risanare i conti passando – sono sue parole – da 3 miliardi di euro di deficit a più 150 milioni di attivo nell’attuale bilancio. Forse si è peccato molto in comunicazione». Picciolo, odontoiatra messinese ma originario di Santo Pietro, frazione della Piana di Milazzo, nel corso della legislatura si è occupato anche dell’erosione della spiaggia a Vaccarella, si è opposto alla perdita di autonomia dell’Autorità portuale Messina – Milazzo con la fusione con quella di Gioia Tauro ed ha affrontato più volte la questione della sanità con il taglio dei posti letto all’ospedale Fogliani di Grazia. Tanto lavoro pianificato – afferma – e ora occorre raccogliere e non mi riferisco solo a Milazzo ma a tutta la provincia di Messina. Il leader di “Sicilia Futura” evidenzia altresì che per quanto che concerne il capoluogo non ci sono alternative: “O Messina risorge o sarà il fanalino di coda della Sicilia e dell’Italia, una metropoli a metà, una città bellissima, dalle enormi potenzialità, costretta a subire da decenni scelte politiche sbagliate. In tale ottica col professore Fabrizio Micari, nostro candidato alla Presidenza della regione siciliana, abbiamo sottoscritto un doppio impegno per lo sviluppo. Occorre avviare immediatamente una contrattazione a tutela dell’Autorità Portuale e, nel contempo, sostenere il progetto per la realizzazione del Ponte nell’ambito del progetto Sicilia-piattaforma logistica del Mediterraneo. Questi due interventi, indispensabili per lo sviluppo economico, vanno inseriti in un approccio integrato con una nuova rete di infrastrutture materiali e immateriali”. “Cambiare non si può… si deve! Costi quel che costi. Indietro la nostra amata terra di Sicilia non può permettersi di tornare”.

 

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