“Diamanti in sintesi”: il convegno alla Camera di commercio di Messina

Informare chi opera nel mondo dei preziosi e ha interesse ad acquisire una base di conoscenza sul fenomeno dei prodotti non naturali o la cui natura è stata modificata artificialmente. Questo l’obiettivo del convegno “Diamanti in sintesi – Approfondimenti sui sistemi di sintesi dei diamanti, ripercussioni sul mercato, tutela per gli operatori, le garanzie per i clienti”, svoltosi stamattina al Palazzo camerale.

«A Messina, il settore dei preziosi vanta un’antica tradizione – afferma il vicepresidente dell’Ente camerale, Alberto Palella – che va assolutamente recuperata e valorizzata in modo adeguato. In quest’ambito, s’inquadra l’importanza del Laboratorio di analisi gemmologiche della Camera di commercio di Messina: l’unica realtà siciliana in ambito camerale». La rilevanza dell’iniziativa è stata sottolineata anche dal segretario generale dell’Ente camerale, Alfio Pagliaro: «Tra le attività della Camera di commercio, vi è anche quella della “fede pubblica”. Si tratta di servizi che mirano a tutelare il cittadino, all’interno dei quali possiamo inserire anche quelli svolti dal Laboratorio gemmologico. Ampliare le nostre conoscenze e aiutarci nel quotidiano è essenziale per evitare di essere frodati».

Presenti ai lavori anche gli studenti delle classi con indirizzo Orafi del Liceo artistico “Basile”. «I ragazzi di oggi saranno gli orafi del domani – commenta il direttore del Laboratorio di analisi gemmologiche dell’Ente camerale, Armando Arcovito – ed è molto importante che anche loro comprendano che non si può più lavorare a “occhio”, ossia per competenze empiriche, come si faceva un tempo. Oggi, non è possibile prescindere dalla competenza scientifica. Le alterazioni dei materiali rappresentano una grande insidia. Per questo, è fondamentale avere le giuste informazioni in merito quando si vende un prodotto. In quest’ottica, il Laboratorio di analisi gemmologiche, che collabora con l’Università di Messina e il Centro di analisi gemmologiche “Amir”, è senza dubbio “pilota”. Il materiale gemmologico dev’essere verificato e certificato. Sapere e conoscere la natura dei prodotti è, prima di tutto, una tutela per la propria azienda. La città ha cominciato a recepire il cambiamento: il mercato, infatti, negli ultimi due anni, è leggermente in evoluzione, se si considera che il numero di certificati rilasciati è in aumento».

A relazionare sono stati Giovanna D’Angelo, docente al dipartimento “Mift” dell’Ateneo di Messina, e Ciro Paolillo, docente di Gemmologia investigativa all’Università “La Sapienza” di Roma. «Non è semplice riconoscere i diamanti naturali da quelli di sintesi – precisa la prof. D’Angelo – sono necessarie strumentazioni appropriate, come la spettroscopia raman e infrarosso, di cui è in possesso la nostra Università. Riconoscere un diamante naturale da un diamante naturale trattato o da un diamante sintetico è indispensabile per evitare di sbagliare, visto le numerose contraffazioni esistenti». Infine, il prof. Paolillo: «E’ essenziale insegnare a operatori e studenti come muoversi in questo mondo che sembra avere smarrito le norme etiche della professionalità. Un mondo nel quale si registra una concorrenza sleale molto diffusa che può trarre in inganno il consumatore».

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