di Gabriele Petrungaro
L’effetto Brexit potrebbe avere ripercussioni anche sulle Borse mondiali. L’offerta di Hong Kong, poi non andata a buon fine, per il London Stock Exchange – il gruppo che gestisce Londra e la stessa Milano – è stata più di un segnale.
Da qualche settimana gira voce, tutt’altro che aleatoria, di un interesse da parte dell’Euronext nei confronti di Piazza Affari. Con oltre 1.300 titoli quotati per una capitalizzazione di 3.400 miliardi di euro l’operatore che già controlla, oltre a Parigi, i listini di Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona e più di recente Oslo, punta ad una strategia globale pur mantenendo un’identità locale.
Della tenacia dei francesi ne sa qualcosa il Nasdaq che dopo una battaglia durata 5 mesi e continui rilanci, si è visto sfilare a fine maggio l’Oslo Bors.
Chiusa la partita con i norvegesi, Euronext potrebbe esplorare opzioni di crescita nel post-trading, nelle commodity e nei dati con la raccolta di capitale che rimane, invece, una possibilità per operazioni di maggiori dimensioni.
Secondo il ceo, Stephane Boujnah tra i 500 e i 700 milioni potrebbero essere liberati in debito per fusioni ed acquisizioni. Milano potrebbe essere il boccone giusto con il suo post trading e soprattutto l’Mts, la società che gestisce le transazioni dei titoli di Stato e che è guidata da Maria Cannata, ex responsabile del debito pubblico al Tesoro. D’altro canto i rapporti Italia-Francia sono di lunga durata. Ne sono un esempio la più recente operazione tra Fca e Psa ma anche la fusione tra la Luxottica di Del Vecchio ed Essilor così come le acquisizioni Edf-Edison, Lactalis-Parmalat o nella moda, su tutte, Kering-Gucci.