Fase 2, il Sindaco De Luca (Messina) scrive a Conte e governatori del Meridione: “Ho trasmesso la mia proposta di DPCM. Meglio la libertà autovigilata con aperture differenziate per regione che morire di fame a causa di disposizioni scriteriate”

“La stagione degli annunci, varata dal Governo con il primo DPCM dell’8 marzo e protratta fino all’ultimo del 26 aprile scorso, deve essere dichiarata chiusa.
Siamo stanchi di dichiarazioni con le quali si rimanda sempre ad un futuro prossimo la ripresa delle attività economiche, senza mai dare una data certa (a differenza di altri paesi europei) o, ancora peggio, senza porsi mai il problema di come le attività economiche che fino ad ora sono rimaste sospese, potranno riprendere a lavorare. La Fase 2 che ci accingiamo a vivere deve essere contrassegnata da un rigoroso rispetto delle nuove disposizioni che consentiranno di riappropriarsi del nostro tempo e dei nostri spazi, ma che non devono farci abbassare la soglia dell’attenzione verso un nemico insidioso e altamente offensivo. Per tale motivo ho trasmesso la mia proposta di DPCM al Presidente Conte, ai Presidenti delle Regioni Obiettivo 1, al Ministro per i rapporti con le Regioni e al Presidente dell’ANCI, chiedendo ad ognuno di loro di contribuire per elaborare una proposta condivisa. Ho altresì avvisato che in assenza di riscontro emetterò il 4  maggio un’ordinanza sindacale con la quale mi farò carico di consentire nel territorio di Messina, a far data dal 25 maggio, la ripresa delle attività economiche nel pieno rispetto delle norme sul distanziamento sociale”. Così afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca.

“Non giriamo intorno al nocciolo della questione – continua il Primo cittadino – il Governo trascura completamente di occuparsi degli aspetti prettamente economici della gestione della crisi da contagio del COVID-19, scaricando sulle spalle degli operatori economici ogni conseguenza generata da questa situazione di prolungata inattività. Lo scenario iniziale però adesso risulta modificato per effetto dell’andamento della curva del contagio che se dimostra come le Regioni del Nord non siano ancora riuscite a contenere la diffusione del virus, al contrario, rivela che nelle Regioni del Sud – già classificate Obiettivo 1 – il contagio è stato contenuto e in alcuni casi addirittura arrestato del tutto, come in Basilicata. Basti pensare che nell’intero settentrione i contagiati sono otto volte quelli del meridione e il divario aumenta ulteriormente sul piano dei decessi: 876 al Sud contro 10.022 in Lombardia, undici volte tanto. Il rapporto Sud-Nord nel caso delle morti da coronavirus è di uno a diciotto.

“Continuare a mantenere una sospensione generalizzata di tutte le attività economiche – conclude il Sindaco peloritano –  ferme dai primi di marzo è dunque inaccettabile sia in senso generale che, ancor di più, in considerazione delle situazione del Meridione, dove gli operatori economici, per la maggior parte piccoli imprenditori, commercianti, artigiani, liberi professionisti e titolari di partita IVA, sono stati lasciati sostanzialmente privi di qualsiasi sostegno economico e non saranno, perdurando tale stato di cose, in grado di riaprire le loro attività. Per queste ragioni ho ritenuto necessario elaborare una proposta di DPCM con la quale disciplinare e regolare la ripresa delle attività produttive, commerciali, artigianali, dei servizi alla persona, degli stabilimenti balneari e/o delle relative attività complementari, palestre, centri sportivi, maneggi, cinema, drive-in, arene, musei, mostre espositive e cimiteri nel rispetto delle norme del distanziamento sociale, introducendo il concetto della Banca Dati “Libertà autovigilata” presso la quale ogni utente sarà tenuto a registrarsi per accedere ai servizi ammessi e disciplinati nello stesso Decreto. Sono disponibile al confronto, fermo restando che non contribuirò a lasciar morire di fame la mia gente”.

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