ADI IN AUDIZIONE CON LA 7′ COMMISSIONE DEL SENATO A TUTELA DELLE SCUOLE DI DANZA

Si è tenuta, in videoconferenza, l’Audizione in sede di Ufficio di Presidenza del Senato della Repubblica con i rappresentanti dei Gruppi parlamentari della 7ª Commissione, per discutere sulle misure di sostegno al settore dello spettacolo e per presentare le istanze delle Scuole di Danza Private non statali e degli Insegnanti di Danza. All’incontro in rappresentanza di AssoDanza Italia sono intervenuti Il Presidente Miriam Baldassari,le due Vicepresidenti Venusia Grillo e Federica Comello e la portavoce della Presidenza e responsabile delle comunicazioni Isabella Ruzzier, accanto ad altre associazioni di categoria e comitati, tra i quali UTR (Associazione Unione Teatri di Roma), Co.N.D.A.S. (Comitato Nazionale Danza Arte Spettacolo), AIDAF (Associazione italiana danza attività di formazione), FAS (Forum arte e spettacolo), Cisal Sacs (Sindacato Arte Cultura e spettacolo), FAPAV (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), Assoartisti-Confesercenti.
La Presidente di AssoDanza Italia, Miriam Baldassari, ha presentato una serie di richieste centrate sulla visione della Danza come SISTEMA, atricolato su tre punti cardine, parimenti coinvolti ed esigenti di provvedimenti immediati: FORMAZIONE, PROFESSIONE e PRODUZIONE.
Le Scuole di Danza private sono state presentate come il vero pilastro di questo sistema, luoghi preposti non solo al benessere fisico e psicologico della persona, ma a trasmettere la capacità di esternare le proprie emozioni attraverso il linguaggio del corpo.
L’osservatorio di ADI ha evidenziato la presenza di circa 20.000 realtà formative che istruiscono oltre un milione di allievi e garantiscono occupazione a circa 60.000 lavoratori, in esse operanti a vario titolo.
Al centro dell’intervento di AssoDanza Italia sono state le cinque istanze legate ai problemi urgenti di questo secondo lockdown della categoria:
• La proroga dei provvedimenti riguardanti i canoni di locazione, ex art.216 L.77 17 luglio
2020 che garantisca, sia per le associazioni sportive che per quelle culturali, un aiuto
concreto a partire dal mese corrente fino a Dicembre 2021;
• Interventi a fondo perduto per associazioni, società, e ditte individuali che siano
commisurati al decremento degli incassi causati dalla chiusura forzata;
• Bandi per l’erogazione di contributi finalizzati alla produzione di eventi e spettacoli per
garantire anche la ripresa dell’intero indotto commerciale, seriamente compromesso;
• Abolizione o riduzione della contribuzione INPS ed IRPEF per gli anni fiscali 2020 / 2021
per i liberi professionisti con partita Iva iscritti alla gestione separata, esclusi dal recente
Decreto Ristori e Ristori Bis;
• Interventi a sostegno delle Associazioni Culturali, che siano commisurati alle ingenti perdite nell’attività istituzionale svolta.
La Presidente Baldassari menziona altresì la tragica situazione dei corpi di ballo degli Enti liricosinfonici, delle Fondazioni e delle compagnie di danza pubbliche e private: sebbene costituiscano un punto di arrivo per la carriera di un allievo, negli ultimi anni hanno subìto tagli drastici che ne hanno pregiudicato la sopravvivenza, costringendo molti ragazzi a cercare impiego all’estero.
“Le Scuole di Danza rappresentano il volano che muove l’intero comparto danza” dice Baldassari,
“fornendo lavoro all’intera filiera di produzione e distribuzione del settore coreutico, senza dimenticare l’indotto delle imprese commerciali ad esso legate, come le aziende produttrici di abbigliamento tecnico”.
Ad oggi, la maggioranza delle realtà di danza private predilige l’associazionismo sportivo, che consente di beneficiare di agevolazioni fiscali necessarie alla sopravvivenza di realtà spesso molto piccole, ma esiste una corposa fetta di scuole di danza che, nonostante gli oneri fiscali pressoché insostenibili e la quasi totale assenza di tutele, ha scelto di optare per l’ associazionismo culturale, a baluardo di una identità da anni sommersa.
“L’approccio formativo alla Danza”, continua Baldassari, “rientra negli apprendimenti non formali
definiti nel quadro operativo dell’Istruzione e della formazione e si differenzia dunque dalle competenze specifiche dell’istruttore sportivo”.
Ad oggi, infatti, l’insegnante di danza adotta un’identità specifica in base alla realtà in cui opera e il variegato panorama contrattuale annesso a questa figura non ha consentito un riconoscimento univoco.
Esistono riferimenti normativi circa il ruolo e la professione dell’Insegnante di danza di scuola privata non statale, ma attualmente sono recepiti solo in alcune Regioni, in modo non uniforme a livello nazionale.
Partendo dall’esigenza di istituire un Registro delle scuole di Danza private non statali e di regolamentare la certificazione delle competenze dell’insegnante di danza, citando la nomenclatura pubblicata nell ‘Atlante delle Professioni INAPP “ Esperto nell’insegnamento teorico-pratico di danza”, AssoDanza Italia espone la possibilità di soluzioni efficaci partendo dalla legislazione vigente, che conferisce un ruolo cardine alla Agenzie Formative accreditate, già attive in molti territori.
ADI ha richiesto pertanto ai Senatori presenti in Audizione, On. Andrea Cangini e On. Michela Montevecchi, la possibilità di considerare la riqualificazione e l’estensione di dispositivi di riconoscimento e accreditamento già esistenti presso il MIUR, da considerarsi come modelli efficienti per attuare soluzioni non eccessivamente onerose per lo Stato, ma tuttavia efficaci per risolvere annose problematiche rimaste in sospeso.
A conclusione, AssoDanza Italia ha posto l’accento sulla volontà del mondo della Danza di
resistere e di ripartire con nuovi presupposti, ma il rilancio del settore sarà possibile solo con la
certezza del sostegno da parte delle Istituzioni.

 

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