IL GOVERNO CHIUDE A NATALE? DIA AI RISTORATORI IL 100 PER CENTO

Ristoworld Italy sottolinea come da mesi si colpisca per affondare la corazzata economica italiana e cioè la ristorazione e il turismo. Assurda l’idea di imporre un coprifuoco generalizzato alle 22 per tutte le feste natalizie, con lo stop a bar e ristoranti alle 18 il 25 e 31 dicembre: non ha alcun senso né motivazione scientifica. Dicembre non è un mese come gli altri, da solo vale 7,9 miliardi di euro, circa il 20% del fatturato annuo.

Se in questo Natale si vuole impedire ai lavoratori della ristorazione di lavorare a cena e, rinunciare ad una voce molto importante del fatturato, allora bisogna compensare le perdite al 100%, basandosi sui fatturati dello scorso dicembre.

«Ristoworld Italy – spiega il presidente Marcello Proietto di Silvestro – chiede che, nel rispetto della normativa vigente sul distanziamento sociale e l’occupazione, si riapra immediatamente la ristorazione, nella consapevolezza che in estate, mentre nelle piazze e nei luoghi pubblici è andato di scena il delirio, nei ristoranti e negli esercizi pubblici si è mantenuto fede agli impegni per la garanzia della salute. Le imprese della Ristorazione Collettiva siano inserite tra i fruitori dei contributi a fondo perduto. Servono ulteriori interventi immediati: rinforzo dei contributi a fondo perduto, crediti d’imposta più robusti e duraturi sulle locazioni commerciali, moratorie fiscali e contributive, accesso facilitato al credito».

Capitolo a parte per il settore ricevimenti e in particolare wedding come conferma l’imprenditore della ristorazione Claudio Leocata.

«Da tempo ripetiamo che chi ha scritto le norme, non conosce il settore. Chiediamo che venga inserito nel pool degli esperti una rappresentanza di questo mondo imprenditoriale variegato e complesso che parte dal catering e dalla ristorazione per finire alle auto da cerimonia, abiti e fiori, servizi e fotografi e tanto altro ancora. Insomma – conclude Claudio Leocata – non si può infliggere un colpo letale alla wedding e event industry, senza un tavolo di concertazione e le imprese che vanno sostenute ed aiutate fino a quando non torneranno i numeri pre-Covid».

Per fare questo si chiede un tavolo permanente della Ristorazione con il Governo al quale possano sedersi non solo i burocrati e i teorici, ma anche i professionisti che vivono il dramma di un comparto che, se non aiutato a dovere, rischia il fallimento.

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