“Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente, anzi leggerissima, parole senza mistero, allegre ma non troppo”. E’ una parte del testo della canzone intitolata “Musica leggerissima” presentata dal duo Colapesce Dimartino al Festival di Sanremo 2021. Era un inno a scrollarsi di dosso tante malinconie provocate da un periodo durissimo in cui tanta gente è morta per il Covid in maniera davvero terribile. E oggi, a un anno di distanza, in cui abbiamo l’impressione di uscire lentamente dal tunnel dell’ansia di vivere, pur stressati anche da altri problemi economici e sociali, abbiamo tutti voglia di spensieratezza. E il Festival di Sanremo arriva puntuale, preciso, terapeutico e deciso a svolgere i suoi cinque giorni di spettacolo atto ad alleggerirci con motivi che canteremo magari sotto la doccia o fischiettando mentre aspettiamo il nostro turno tra le lunghe code per entrare in farmacia, dal panettiere o chissà, anche aspettando che arrivi l’ascensore di casa nostra. Si alza dunque il sipario del Teatro Ariston di Sanremo che sancisce la 72esima edizione del Festival di Sanremo, in una prima serata che vede 12 big in gara, il ritorno dei Maneskin, la dance dei Meduza, la sorpresa Berrettini e naturalmente Fiorello. C’è l’incubo Covid, ma non si parlerà di pandemia visto che le nostre menti sono già piene di informazioni scientifiche spesso anche contrastanti tra loro e quindi ansiogene per noi. “Vorrei titolare questa serata invocando una risata liberatoria per tutti noi” dice Stefano Coletta, direttore di Rai1 “abbiamo bisogno di positività e penso che la coppia Fiorello – Amadeus potrà rappresentare questo significato, questi sentimenti buoni”. Sul palco ci sarà Ornella Muti, continua il direttore di Rai1 “donna viscerale che dietro la bellezza ha una bellissima testa. Apriremo con lei per omaggiare il cinema, settore che forse più della Tv è stato penalizzato dalla pandemia. L’importante è la volontà di stare tutti insieme, in questo rito collettivo che è Sanremo, in particolare la prima serata ”. Ma per dimostrare che Sanremo non è fatto solo di canzonette nazional popolari, ma è il giusto mix tra voglia di leggerezza, storia e cultura, sul palco dell’Ariston giovedì 3 febbraio ci sarà Roberto Saviano a rievocare le stragi di Capaci e Via D’Amelio a 30 anni dell’assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ecco, Sanremo sa essere anche questo, un contenitore di spettacolo che sul palco racchiude la vita con i suoi vari aspetti emozionali e voglia consapevole di evasione dagli accadimenti di una quotidianità non sempre semplice da vivere. Inizia dunque Sanremo, lo spettacolo che farà parlare di sé per tutta la settimana e anche oltre. Scrolliamoci di dosso per un attimo i pensieri che anche inconsciamente ci rendono fragili e canticchiamo, critichiamo l’abito di questa o quella cantante, ridiamo con Fiorello e Amadeus, restando con i piedi ben piantati a terra quando certi momenti di spettacolo ci porteranno anche a riflettere. E’ il bello di Sanremo. E’ ciò che questo spettacolo di costume italiano ci fa vivere da 72 anni.
Salvino Cavallaro