IL COMMENTO/ Ma che ne sai tu, Vladimir Putin

Se solo sapessi cos’è la vita, se solo sapessi cosa significa leggere dentro l’anima delle persone, se solo capissi minimamente l’importanza della pace nel mondo, della fratellanza, del rispetto delle idee altrui, tu che metti sempre avanti le tue idee e vuoi che tutti la pensino come te se no distruggi tutto, allora capisco che non hai capito nulla dell’esistenza e di quando tu stesso sei venuto al mondo senza pensare che, come tutti noi, un giorno dovrai lasciarlo questo stesso mondo che hai mandato in rovina. Ma che ne sai tu della sofferenza della malattia, cosa ne sai di chi è alle prese con un male incurabile e si lega fortemente alla vita e all’importanza di risvegliarsi al mattino pregando di arrivare fino a sera, dormire e risvegliarsi il giorno dopo ringraziando Dio. Che ne sai tu che lanci bombe a grappolo uccidendo bambini che potrebbero essere figli tuoi o nipoti, che ne sai delle lacrime versate dalle mamme che tengono in braccio il corpicino ormai inerme e senza vita di quel bimbo che tu hai ucciso, che ne sai di tutte queste cose, preso come sei dalla tua bestiale voglia di andare avanti bovinamente con il gretto pensiero di conquistatore del male terreno. I tuoi occhi di ghiaccio e il tuo cuore di pietra non si addicono neanche al grande zar cui tu dici di essere, sai perché? Perché agli occhi del mondo sei fragile più della tua apparente forza di capo di una grande potenza mondiale che si rispecchia nella tua pochezza, nella piccolezza dell’essere. Sentirsi forti e riveriti, potenti e onnipotenti è la più grande illusione di questa terra. Già, la terra che un giorno ti ha visto nascere e un giorno ti vedrà anche morire. E quel giorno sarà come farti passare davanti agli occhi il film della tua vita che ricorderai come chi dal punto di vista storico e umano l’ha vissuta nel modo peggiore di tutti noi che ti abbiamo supplicato di smetterla di fare la guerra, smetterla di deformare la gente, i giovani militari diciottenni a cui hai messo l’elmetto, un fucile e li hai costretti alla guerra mandandoli a morire. Già, per loro e solo per loro è stata l’ultima guerra perché sono morti, mentre per chi sarà sopravvissuto e al mondo ci saranno perfide figure come te, non sarà mai l’ultima guerra. Sì, purtroppo non sarà mai l’ultima carneficina finché vivranno diabolici capitani simili a te. Tu che sei così legato alla vecchia Russia, all’antica e ormai desueta idea di Unione Sovietica che prima di te la cavalcarono i vari Lenin, Stalin e tanti altri totalitaristi del “si fa come dico io”, uccidendo la libertà di pensiero, di espressione, di agire, fare, dire, vivere, tu stai tornando indietro là dove neanche la tua gente ci crede più. Eppure stai uccidendo il popolo ucraino e anche i tuoi giovani militari per nulla, per niente. Ah se tu sapessi. Ma che ne sai tu che un cuore e un cervello non hai!

Salvino Cavallaro      

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