Zinchenko, il calciatore dell’Ucraina che scoppia in lacrime e dice: “Siamo umani, dopotutto”.

 

Ma che cos’è mai questo pallone, che cos’è questo suo modo di presentarsi traducendo stati d’animo e momenti di vita? Che cos’è? Tante sono state le conferenze stampa cui ho assistito prima e dopo tante gare di calcio, e sempre, dico sempre, ho assistito a tante banalità e ipocrite conversazioni confezionate appositamente per dare seguito a impegni pattuiti tacitamente tra società di calcio e mezzi di informazione. Tuttavia, solo qualche volta ho visto esaltarsi l’umano sentire in un mondo ovattato di interessi. Eppure qualche volta c’è stato questo piacere di fare domande ed avere risposte che profumano di umanità. E’ successo proprio oggi, dove in una conferenza stampa trasmessa dalla televisione, il calciatore della Nazionale Ucraina Oleksandr Zinchenko scoppiasse in lacrime parlando della guerra, della distruzione, della carneficina che il popolo ucraino sta subendo da diversi mesi. Questa sera l’Ucraina scenderà in campo contro la Scozia all’Hampden Park di Glasgow nella semifinale di playoff di qualificazione al Mondiale in Qatar. Una partita che è stata più volte rinviata a causa della guerra in Ucraina, che finalmente si giocherà anche se non si è ancora giunti alla tregua. Una pace che tarda ad arrivare e che giorno dopo giorno miete vittime innocenti. Una pace che sembra essere una chimera, quando invece dovrebbe essere l’essenza di un popolo civile, del rispetto e non dell’abbandono ai soprusi. Emblematiche le parole del calciatore – difensore e centrocampista dell’Ucraina – Zinchenko, il quale tra le lacrime davanti alle telecamere e ai colleghi presenti in sala stampa dice: “Tutti gli ucraini vogliono solamente una cosa, che questa guerra finisca. Il nostro sogno è andare al Mondiale per regalare emozioni incredibili agli ucraini. Se lo meritano in questo momento. E’ impossibile descrivere come ci sentiamo. Quello che sta succedendo nel nostro Paese è inaccettabile. Dobbiamo fermare questa invasione, tutti insieme. L’Ucraina è un Paese di libertà, non mi arrenderò mai”. E tra quelle lacrime ho rivisto persino il pallone che simbolicamente non aveva più voglia di giocare, di saltare, di gioire, di fare felici chi di felicità ha bisogno ma non viene ascoltato da nessuno. Ma che cos’è mai questo calcio fatto di persone, di primi attori e di pubblico capace di esaltarsi per un gol che svia i problemi della vita, del mondo, di noi stessi che nelle lacrime manifestiamo tutto il nostro essere.

Salvino Cavallaro            

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