E adesso non può finire tutto a tarallucci e vino.

Scandalizzarsi? No! Ma quello che é successo ieri nel ritiro di Waidring in Austria, tra il DS del Torino F. C. Davide Vagnati e Ivan Juric, é assolutamente inaccettabile. Certo, cose del genere sono spesso riservate in ambienti segreti degli spogliatoi in cui il pallone riesce a liberarsi di attriti, ruggini e antipatie che nascono a torto o a ragione tra questo o quel giocatore, allenatore o dirigente. Tuttavia, la documentazione filmata degli spintoni, delle aggressioni fisiche e verbali, delle parole scurrili che sanno di grossolana rissa di bassa lega, danno la dimensione di come si possa scadere più in basso dello squallore tra persone che non dimostrano nessun senso di responsabilità. Sì, perché quanto più in alto vai nelle cariche rappresentative di qualsiasi azienda, e maggiore deve essere l’impegno all’esemplare senso dell’educazione. Perdere le staffe così come si è visto ieri tra Vagnati e Juric fa pensare a qualcosa di grosso che serpeggiava tra i due da diverso tempo. E adesso la società deve intervenire dimostrando i suoi attributi, perché se è vero che il calciomercato del presidente Cairo è come sempre deficitario di qualità tecniche in entrata, soprattutto quest’anno che ha smembrato la squadra dei suoi pochi pezzi pregiati, è altresì vero che rendere pubbliche suo malgrado scene di questa enorme gravità, significa scoprire definitivamente certi altarini di conduzione aziendale assolutamente insufficiente per potere competere a buoni livelli. D’altra parte, se hai voluto Juric allenatore, devi mettere in programma il suo carattere, la sua voglia di lavorare in un certo modo e assecondarlo nei limiti del possibile. Invece, tutto questo al Toro non si fa e adesso si rendono evidenti le conseguenze. Juric e Vagnati hanno sbagliato e adesso devono chiarire pubblicamente ciò che è successo, mentre il presidente Cairo deve dare un segnale forte per tutelare l’immagine del Torino F.C. umiliato e calpestato da squallide immagini che nulla hanno a che fare con il senso etico della professione. Adesso non ci si può lavare le mani come Ponzio Pilato, è l’ora di intervenire mettendo in campo la propria autorità senza lasciarsi abbindolare da vicendevoli e apparenti scuse che tanto sanno di ipocrisia. Sì, perché sentire Vagnati che dice: Tutto chiarito, avrà i giocatori che servono dopo tutto il finimondo combinato ci sa tanto di un acquietamento formale. Il mister – continua Vagnati – vorrebbe prima possibile dei giocatori, io e la società stiamo facendo il possibile in una situazione di mercato difficile. Alla fine della lite ci siamo abbracciati e ci siamo detti quel che dovevamo. Siamo persone vere che dicono le cose come stanno anche grazie a queste discussioni e a queste liti si può ripartire per fare le cose nel miglior modo possibile. Sarà un punto di partenza. Certo, sarà! Ma a noi pare davvero che ci si voglia salvare in calcio d’angolo, talmente è inverosimile ogni punto di questa risposta pubblica che non chiarisce un minimo di quella gravità comportamentale che tutto il mondo ha visto. Dunque, il punto focale deducibile è il calciomercato del Torino che, pur avendo incassato fior di milioni di euro dalla vendita soprattutto di Bremer, ancora si attende come e con chi ripartire in campionato. D’altra parte Juric è stato chiaro fin dall’inizio, quando ha detto che dopo tante partenze il Toro ha bisogno di almeno dieci nuovi calciatori per potenziare la squadra. E lui, che nonostante il suo carattere difficile è un ammirevole lavoratore di campo, non può accettare di fare le nozze con i fichi secchi, come spesso accade nella società granata. Juric non ci sta! Quindi, senza volere dare ragione all’uno o all’altro, resta inconfutabile il fatto che il Torino F. C. si aggrava sempre di problematiche relative alla spesa, ai contratti, all’acquisto di calciatori di qualità che vengono soppiantati da illustri sconosciuti con la speranza di incamerare plusvalenze atte a un miglioramento della situazione economica nell’azienda Toro che, tuttavia, non reinveste per dare la giusta fisionomia a una squadra diventata ormai un’anonima provinciale. Si mediti a bocce ferme su questi temi, altrimenti anche la storia di questa grande società granata sarà penalizzata da un presente che non merita.

Salvino Cavallaro

Articoli consigliati