Milazzo, nel cuore con i fatti e non solo a parole.

Diciamo subito che chi ci conosce sa che non abbiamo tessere di partito da sostenere, né, tanto meno, desideriamo celebrare gratuitamente il pur meritevole operato di nessuno. Diciamo e scriviamo ormai da anni ciò che vediamo, sentiamo, avvertiamo a livello di sensibilità, dando sempre spazio alla correttezza giornalistica che si prefigge di fare largo alla verità con dovizia di particolari, verso un’informazione che tiene conto delle regole dettate dalla deontologia professionale. Detto questo, e anche in base a quanto esposto sul palco prospiciente il Duomo di Milazzo dal sindaco Midili e dalla sua Giunta Comunale, diciamo che la città mamertina sta vivendo in due anni di nuova amministrazione quella sorta di speranzosa rinascita auspicata già da tanti anni, ma che, di fatto, non avveniva mai. Già nel corso dell’estate appena trascorsa abbiamo messo in luce la lenta ma vigorosa miglioria di una Milazzo nuova, diversa nel suo tentativo reale di uniformarsi all’intendimento di un progetto moderno e atto a incrementare la propria immagine. Ebbene, possiamo proprio dire di non esserci sbagliati nel segnalare questo intendimento di politica sociale che promuoveva lo sviluppo culturale partito proprio dal nascere di numerose iniziative assecondate per far parlare di sé anche oltre le proprie mura, convinti come si è di potere sviluppare l’immagine di Milazzo a livello nazionale. Certo, l’operazione non è semplice, tuttavia, nonostante il retaggio di incuranza e di mancanza di sensibilità nel lavorare insieme per il bene comune della città, oggi si respira un’aria nuova, almeno nel desiderio di rimboccarsi le maniche, sedersi attorno a un tavolo e mettere in atto con i fatti quanto è stato discusso, ma con l’occhio sempre rivolto a ciò che i conti in bilancio possano permettere. Si chiama buona gestione, si chiama costruzione di idee che vogliono partire dal basso, senza mai fare voli pindarici pronti a svanire nel nulla. E adesso leggiamo che il sindaco Midili, nel suo dire semplice che arriva a tutti i cittadini, va oltre quello che comunemente si identifica in quel parlare politichese, tipico del periodo elettorale in cuisolitamente si tende ad acquisire voti. No, adesso piace quel suo relazionare, rendere conto ai cittadini di Milazzo di ciò che è in progetto, in lavorazione, in programma, per la riapertura del Parco Giochi di San Papino, piuttosto che per le migliorie di Via San Paolino, sempre alle prese da anni con le inquietudini di inondazioni e infiltrazioni d’acqua nelle case. Un grave problema per Milazzo, del quale si è sempre parlato e mai risolto. Era l’antica cattiva abitudine dell’apparire, promettere demagogicamente ciò che poi restava uguale, non cambiava mai perché senza la volontà del fare. Con questo, non vogliamo dire che il recente passato politico di Milazzo sia stato tutto negativo, diciamo solo che è mancato di personaggi capaci di incidere nel cambiamento della città. E adesso, pur senza la certezza che l’attuale giunta comunale risolva come per incanto quel “troppo” di stagnante che si è fermato nel tempo, esiste la speranza di procedere sulla strada giusta; quella della ripartenza verso la rinascita di Milazzo. Si faccia in modo di lasciare lavorare in tutta serenità questo gruppo di assessori comunali capitanati dal sindaco Midili. L’opposizione sia costruttiva, corretta e non animata da invidie atte solo a mettere il bastone in mezzo alle ruote. Lavorare insieme, avere idee anche se pur diverse e discuterle democraticamente, vuol dire costruire l’immagine di una Milazzo più moderna e pronta per il futuro, anche a beneficio delle nuove generazioni.  

Salvino Cavallaro    

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