Ma l’amore, quello vero, non è possesso

Nella giornata dedicata alla riflessione sulla violenza verso le donne e le sempre più numerose uccisioni di genere, il tema dilagante dei femminicidi si fa sempre più inquietante. Le statistiche parlano di 99 donne uccise in Italia dal primo gennaio 2024 ad oggi e il 38% uccise dal partner in tutta Europa. Una statistica impressionante che fa pensare a una imperdonabile impennata di violenza della nostra società. Sì, la violenza di alzare le mani sulla propria compagna di vita, di punirla con la brutalità di un irragionevole cervello cui si è accomodato il pensiero del possesso della propria donna. Ma la donna, la compagna, la fidanzata, la moglie, è di se stessa e non di proprietà di nessuno. L’amore, quello vero, è rispetto, sentimento, convincimento del vicendevole “noi” e mai dell’io più bieco. Pensiamo che il problema stia nel livello culturale, nella mancanza di basi in cui mettersi da parte quando un amore finisce, non è una forma di debolezza ma di forza, pur con tutto l’intimo dolore che concerne il lasciarsi civilmente in buoni rapporti. Forse, chissà, bisognerebbe cominciare a studiare fin da bambini l’importanza del rispetto come forma educativa, istituendo magari una materia da studiare che faccia media con tutte le altre più importanti. Quello studio che è forma di allenamento mentale che diventa coscienza, impulso a non avvalersi della forza fisica e verbale per sfogare istinti pronti solo ad uccidere, bruciando la vita in tutta la sua grande bellezza e unicità. È acclarato ormai che la violenza sulle donne e i femminicidi sono causa di mancanza di cultura sociale. Impariamo il rispetto. L’amore, quello vero, è qui racchiuso e si sintetizza proprio in questo.

Salvino Cavallaro

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