Non è tutto da rifare, da buttare via, ma si può salvare il salvabile mettendo ordine a un’Associazione Italiana Arbitri che appare in totale confusione. Alfredino Trentalange, ex arbitro internazionale di calcio ed ex presidente dell’Aia, si ricandida a presidente degli arbitri italiani nelle prossime elezioni di sabato 14 dicembre. Una presa di forte volontà, dopo l’ingiustizia subita e sue dimissioni a seguito di falsa imputazione a suo carico, per essere stato coinvolto sul caso D’Onofrio, il procuratore arbitrale arrestato per traffico internazionale di droga. Il 27 aprile 2023 in Corte d’Appello, Trentalange è stato assolto in maniera definitiva. Da qui la ripartenza per la candidatura ai vertici AIA con un progetto ambizioso per costruire un’Associazione contro la violenza, l’illegalità, il disordine, la confusione, certe fragilità e il caos che non ricordiamo così marcato nel mondo arbitrale. Un progetto ambizioso, quello di Trentalange, che qualora fosse nominato ancora presidente dell’Aia apporterebbe una ventata di ammodernamento e, soprattutto, di forza e indipendenza. Trentalange non ama le interviste, le fatue parole mediatiche, l’apparenza per “guadagnare” e promuovere gratuitamente la propria immagine. Preferisce i fatti, la correttezza, il desiderio della rettitudine come punto focale di vita, anche se qualcuno tenta di fargli la guerra, non sapendo che lui è abituato a proseguire la sua strada sempre a testa alta. Vedremo cosa accadrà dopo la corsa alle urne per la nomina del nuovo presidente dell’Aia. Sarà Trentalange o il suo avversario Zappi?
Salvino Cavallaro