Juve, un pareggio che equivale a una sconfitta

Contro il Venezia, all’Allianz Stadium, la Juventus di Thiago Motta ha messo in evidenza limiti di gioco. I bianconeri palleggiano troppo, fanno un possesso palla estenuante, passa continuamente indietro il pallone, ha timore di perdere palla e quindi ha mancanza di sicurezza. C’è confusione, mancanza di idee offensive e lucidità difensive, poco movimento senza palla e assoluta mancanza di verticalizzazione del gioco. Mai un’imbucata, ma sempre palla in orizzontale e data all’indietro. E poi questo ostinarsi a portare palla a testa bassa, sperando in un dribbling ossessivo di Conceicao. La Juventus delude e anche la vittoria contro il Manchester City, con il senno di poi, ha il gusto di una partita vinta più con il cuore che non con la convinzione e la realizzazione di un calcio che non c’è. E adesso Thiago Motta avrà il suo daffare per cercare quello che non si trova, e cioè il gioco del calcio, recuperare gli infortunati e ritrovare quel Koopmeiners che sembra vagare in campo, senza mai trovare il bandolo delle trame di gioco. Insomma, è una Juventus di transizione che non diverte e non emoziona. Dopo un mercato roboante in termini di spesa economica, la dirigenza della Juventus deve rivedere il suo operato, analizzando gli sbagli fatti.

 

Salvino Cavallaro

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