La Recensione/ NAPOLI-NEW YORK…. Orgoglio e dignità

Il cinema italiano ha messo le ali verso mete alte o forse si riappropria degli antichi ori, certo è che si ritorna al Cinema con piacere per vedere film che trasmettono emozioni dimenticate.

Potrei definire il film di Gabriele Salvatores Napoli -New York “l’altra faccia di Napoli” dopo aver visto Partenope di Sorrentino.

In poco tempo due film che hanno protagonista l’anima di Napoli.

È un caso che sia Napoli, la capitale del Regno delle due Sicilie ad ispirare grandi Registi Italiani?

Colgo un desiderio di identità , quella ancestrale e pura quale quella di Napoli simbolo di incontaminata bellezza e di umanità ancora “primitiva”;

intravvedo il desiderio di riportare luce in una città che è stata archetipo di cultura, oscurata dagli inquinamenti della camorra e di talune politiche.

Il film di Salvatores è stato definito una fiaba e di fatto ritroviamo la struttura della fiaba di Vladimir Propp, cambia l’esordio iniziale, ( positivo , costruttivo in Propp) nel film rappresentato da un boato e dalle macerie di case distrutte alla fine della seconda guerra mondiale, dove si ritrovano i protagonisti a ricominciare da zero…una fiaba moderna, quasi calviniana.

Sono i due bambini Carmine e Celestina nell’interpretazione sublime di Antonio Guerra e Dea Lanzaro, che conducono per mano lo spettatore in un viaggio , attraverso ” guati perigliosi”…e sicuramente è la loro innocente forza che via , via si veste di astuzia a velare il dramma, talvolta tragico, di ironia e di affascinante speranza .

Celestina si aggira tra le macerie e riemerge dalla Napoli sotterranea per affrontare il viaggio in America alla ricerca di Agnese ,la sorella che sperava di ritrovare felicemente inserita nel sogno americano e si ritrova con Carmine sulla nave Victory, che appare come un’ Arca , ma anche un triste spaccato della società di tutti i tempi: i ricchi, distratti e gaudenti, nei piani alti, e i poveri, solidali l’un l’altro, nei piani bassi, con la loro dignità.

Drammatico e tragico il viaggio, sempre con la protezione di Carmine, e quella di FavinoGarofalo, ma il desiderio di farcela è forte quanto è forte il legame di due ragazzini soli in un ‘America che guarda dall’ alto ma che ha tutte le facce del pianeta.

È poi c’è Garofalo, il comandante , interpretato da Pier Francesco Favino, sempre di indiscutibile bravura, scaltro e umano, che non ha dimenticato le sue origini.

Ha i toni della fiaba quest’ opera cinematografica, tratta da una sceneggiatura firmata Fellini, Pinelli e finita per miracoloso destino nelle mani di Salvatores, il regista poeta che produce un film messaggero di valori per i giovani, di ricordi per gli adulti che hanno dimenticato ” quando eravamo immigrati“,  di empatica umanità, di solidarietà, bandendo ogni egoismo e giungendo ad una visione umana della Giustizia americana.

Aleggia l’atmosfera Felliniana negli occhi di Celestina tra i palazzi giganteschi di New York, tradotta in musica, in poesia del cuore.

I protagonisti si muovono tra le macerie di una Napoli che risorge nell’ innocenza e nella dignità pura dei due giovani protagonisti, nelle massime e nelle risposte pronte di Celestina e tra splendori di un’ America plurietnica popolata di quartieri fedeli alle origini .

Nell’approdo dei due ragazzi a New York con la stessa meraviglia di ” Ciaula che scopre la lunaSalvatores sembra echeggiare tratti verghiani nei loro visi, nei loro poveri panni-quando appare la Statua della libertà, per Celestina la Madonna , Cui promette un cero se abbraccerà Agnese.

Si chiude il film con il trionfo dell’ anima di Napoli, con la dignità di Carmine, sostenuto da Celestina che crede nel sogno dell’ amore più che nel desiderio della sicurezza e degli agi “e gli porge, pur barando, la carta vincente”….

C’è tutto di Napoli nella partita finale in cui Amor vincit omnia, c’è Napoli pronta a barare per amore , c’è lo scugnizzo , il guaglioncello orgoglioso e dignitoso.

Mi sono detta quanto un film possa essere educativo per i giovani di quest’epoca…e, chissà se Gabriele Salvatores, che ama parlare di viaggi, di sogni e di generazioni a confronto, non abbia pensato ad un nuovo Risorgimento, senza armi e senza violenza, seminando i semi di un’ascesa del Sud, della riscossa di un Sud tanto penalizzato, che alzi il capo fiero e orgoglioso di Valori ….

 

Rita Chillemi

Articoli consigliati