Cecilia Sala è stata liberata. L’urlo liberatorio della mamma – “E’ libera, evviva!” – del papà accorso ad accoglierla con tanta commozione – “Orgoglioso di lei” – della Premier Meloni, di Tajani, del sindaco di Roma Gualtieri, e poi l’abbraccio del compagno di Cecilia: “Sono arrivata”. La giornalista era detenuta in Iran dal 10 dicembre scorso con l’accusa di avere violato le leggi islamiche. Adesso sarà ascoltata dai Carabinieri del Ros di Roma. Tutto sarà poi passato alle autorità giudiziarie, le quali vaglieranno le preziose carte. E poi, dopo le audizioni giudiziarie e anche da parte dei carabinieri, Cecilia potrà tornare a casa.
Il lavoro diplomatico.
Per quanto si sappia, il dossier di Cecilia Sala è stato preso in mano da circa una settimana da Giorgia Meloni. La premier ha espresso “gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi affetti più cari”. Così si legge in una nota di Palazzo Chigi: “Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane”. Anche il Presidente Mattarella si è complimentato con la premier Meloni per il difficile e complicatissimo lavoro svolto.
La riflessione
E adesso ci sarà tempo per capire i meriti di questa trattativa, dalla quale si evince la capacità di sapere gestire i rapporti internazionali e le sottili trame di diplomazia e di intelligence, per raggiungere questo grande successo politico, culturale e umano. Molto si dice sul viaggio improvviso della premier Meloni in America per incontrare Trump e sollecitare il suo intervento per la liberazione di Cecilia Sala. Tutto può essere, tutto sarà possibile sapere con il tempo. Adesso ci resta la grande considerazione di una vita salvata, dell’informazione senza barriere e di quella pluralità di pensiero che resta il massimo principio democratico da salvaguardare. Sempre!
Salvino Cavallaro