A 71 anni si spegne il sorriso di Eleonora Giorgi.

Ha lottato fino alla fine con quel suo sorriso rassicurante, con quegli occhi azzurri che non hanno mai tradito la sua serenità di essere stata vicino ai suoi affetti più cari giorno dopo giorno e percorrere insieme la strana strada di un ineluttabile destino. Eleonora Giorgi lottava da tempo contro un tumore al pancreas.L’attrice era ricoverata alla clinica Paidea di Roma, dove aveva cominciato la terapia del dolore, dopo avere avuto un netto peggioramento di salute. Ogni giorno è un regalo diceva con convinzione, soprattutto alla luce di chi, guardando in faccia la realtà, capisce che la lotta contro il tempo si fa sempre più dura. Singolare il coraggio con cui ha condiviso la malattia, quasi volesse darsi coraggio dando coraggio ai suoi cari e a coloro i quali soffrono attraverso la malattia. Già, avere coraggio nel dare coraggio, sembra un bisticcio di parole ma, invece, si produce il grandioso senso di un sentire che è coraggio, altruismo, forza. Sorriso senza confini e carica vitale resteranno sempre nella memoria, assieme alla sua bellezza, a quel fascino femminile che ha sempre conquistato per la dolcezza, per l’espressione che ha coinvolto milioni di artisti, attori, ma anche di persone comuni che l’hanno apprezzata al cinema in tanti anni di film che hanno segnato un’epoca. Borotalco” – “Grand Hotel Exelsior” – Mia moglie è una strega” – “Mani di fatasono tra i suoi film più rappresentativi della commedia all’italiana. I suoi amori sono stati i due matrimoni con Rizzoli e Ciavarro e poi i flirt con Pino Daniele e Troisi. Una vita dedicata all’arte, al cinema, al rapporto con gli altri, costruendo relazioni che hanno fatto capo sempre al rispetto. Era Eleonora Giorgi. E’ Eleonora Giorgi, la bellezza femminile che ci ha fatto riflettere sul vero senso della vita e sulla forza di avere e dare coraggio. Fino alla fine.

Salvino Cavallaro            

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.

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