E ora tutti a parlare di fallimento del progetto, tutti a dare massima colpa a Thiago Motta, alla squadra, all’ambiente, allo spogliatoio e tanto altro che riguarda il campo. Ma chi pensa che questa società sterile di personaggi competenti di calcio, dovrebbe essere la prima a mettersi da parte? A cominciare dalla proprietà che ormai vive degli antichi fasti del passato di agnelliana memoria. Dando uno sguardo ai vertici societari bianconeri, chi viene dal mondo del calcio? Nessuno! Ed è per questo motivo che fin dall’inizio è stata data carta bianca a Giuntoli che, dopo l’esperienza fatta a Napoli, pensava di venire alla Juventus per rivoluzionare ogni cosa. E si finisca di pensare al progetto giovani che ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti. Questo non è altro che un paravento per giustificare l’ingiustificabile fallimento di scelte sbagliate e denaro sperperato inutilmente. Dopo una mortificazione così bruciante per il popolo bianconero, dato da un rotondo 0 a 4 dell’Atalanta che ha dato lezioni di calcio a una amorfa Juventus, con uno stadio che si è svuotato in modo delirante e impreparato a un simile spettacolo deprimente, parlare di calcio, di situazioni tecniche, di moduli e di tanto altro si riferisca al vero gioco del pallone, risulta davvero lontano da ogni buona volontà di opinione. Non si può parlare di calcio. Si deve parlare di macroscopiche responsabilità dei vertici societari.
Salvino Cavallaro