Palermo, i Socialisti siciliani ricordano Placido Rizzotto e Sandro Pertini come simboli di resistenza armata all’invasore.

La Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia” ha riunito a Palermo il proprio Comitato scientifico per ricordare il settantasettesimo anniversario dell’uccisione per mano mafiosa di Placido Rizzotto, il sindacalista socialista e partigiano corleonese assassinato il 10 marzo 1948, di cui furono celebrati i funerali di Stato solo nel maggio del 2012 su sollecitazione dei socialisti siciliani. A ricordare la figura del martire di Corleone è stato Antonio Matasso, che lo ha accostato a Sandro Pertini, in occasione dei 35 anni dalla scomparsa del settimo presidente della Repubblica italiana, dirigente di punta del Psi e partigiano, avvenuta il 24 febbraio 1990. «Nei giorni in cui la Russia fasciocomunista di Putin aumenta ulteriormente i bombardamenti ed i massacri di civili nell’Ucraina invasa, in Europa vi sono gruppi politici che, da destra come da sinistra, tentennano o addirittura manifestano netta contrarietà rispetto al piano di riarmo dell’Unione Europea, unica risposta razionale e possibile, in termini di deterrenza, al nuovo “Patto Molotov-Ribbentrop” tra il dittatore russo e l’inetto presidente americano Trump. I socialisti democratici e riformisti siciliani ricordano che Placido Rizzotto e Sandro Pertini – sottolinea Matasso – presero le armi e le reclamarono per difendere la libertà e la democrazia dagli invasori. Dubitiamo che, se fossero stati ancora tra noi, i due eroi si sarebbero spinti ad applicare un parametro diverso, distinguendo vilmente tra nazisti e “ruscisti” putiniani, nonostante le citazioni a sproposito di aspiranti rifondatori del comunismo e vari altri soggetti. Gli stessi che da anni, peraltro, tentano di appropriarsi di figure appartenenti esclusivamente alla tradizione del socialismo italiano». Al termine dell’incontro, i socialisti democratici e riformisti siciliani hanno confermato il pieno sostegno alla posizione del Partito del socialismo europeo (Pse), favorevole al piano di riarmo europeo, in coerenza con la storia dell’antifascismo democratico e attivo incarnata dalla socialdemocrazia continentale.

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