E’ stato bello. E’ stato come pensavo. Un’intervista arricchente, capace di lasciare traccia di sé. Il prof. Giuseppe Rando ha dato prova della sua cultura e, soprattutto, ha dimostrato a tutti noi che l’abbiamo ascoltato, che l’intelligenza è umiltà e mai altezzosità dell’essere. Non ha mai nascosto, il prof. Rando, le sue origini umili e proveniente da una famiglia di pescatori di quella Cariddi diventata oggi Capo Faro o Torre Faro. “Chissà perché” ha detto il prof. “hanno cambiato il suo naturale nome di Cariddi, a me tanto caro. Mi sono rivolto più volte a qualche politico della zona di Messina, tuttavia, mi è stato detto che sarebbe stato difficile potere ritornare al vecchio nome a causa di lungaggini burocratici”. E poi l’amore per la sua Messina, l’alba e i tramonti, ma anche la critica costruttiva verso tante cose che non vanno, che andrebbero migliorate per la crescita e il bene comune. Una lotta che vuol dire amore per l’Università della città dello Stretto, così come amore s’intende come messaggio cristiano dato da Papa Francesco, di cui il prof. Rando ha scritto illuminanti idee sulla rivoluzione cristiana, mettendo in primo piano il peso che la figura di Papa Francesco ha sul presente e sul futuro del mondo.Tutto scivola in maniera perfetta, anche se, per la voglia di narrazione insita nel mio illustre ospite, ho dovuto, mio malgrado, accorciare le risposte per potere continuare con le mie domande e restare in quell’ordine di tempo dettate dalla diretta streaming. Tematiche tutte interessanti che avrebbero meritato ancor più approfondimento, tuttavia, questo mi impegna a incontrarlo ancora il prof. Rando, continuando quel fluire di tematiche, di ricerche culturali che affascinano. E’ la forza dell’intellettualitàche carpisce l’anima, si parli di Dante, Manzoni, Leopardi, Parini, Boner, Pirandello, Sciascia, e tanti altri personaggi che hanno arricchito la letteratura italiana nel mondo, il prof. Rando l’ha regalata a ognuno di noi con la naturalezza che è consona a professori di alto livello culturale come lui. Basta leggere i suoi libri, i suoi trattati, le poesie, i saggi e tanto altro, per capire come possiamo accostarlo a un pianoforte che dove tocchi suona. Dunque, grazie al prof. Giuseppe Rando per questa intervista apprezzata da molte persone.
Salvino Cavallaro