Cala il sipario sul Salone del Libro di Torino 2025.

Le parole tra noi leggere. E’stato il tema fondante del Salone del Libro di Torino 2025, tra arte, crescere, cinema, editoria, informazione, leggerezza, romanzi di vita. Un grande successo di pubblico che ha visto 231.000 visitatori con una crescita di pubblico Under 35. 129.360 persone hanno assistito agli appuntamenti ospitati dai 70 spazi dedicati con un totale di 2.647 incontri. Numeri che parlano chiaro di un interesse culturale che lievita di anno in anno in maniera esponenziale. E poi c’è il cuore, la parte emozionale, i sentimenti che accompagnano romanticamente lo sfogliar delle pagine racchiuse in volumi che magari fanno parte di giovani scrittori – autori neofiti – i quali si approcciano alla letteratura per la prima volta e in cui stride quella forma stereotipata di dire e pensarla come una Fatica letteraria. Non può esserci fatica letteraria quando tu cominci a scrivere il tuo primo libro con l’entusiasmo di chi inizia a sognare di presentarlo in un piccolo stand di quello che per antonomasia viene definito come il luogo dell’editoria grande e piccola, della cultura esposta, offerta a tutti e senza alcuna riserva di diversitàdei popoli, delle religioni, delle tendenze politiche e sociali. E’ la letteratura che unisce, che ti fa riflettere nell’importanza concreta della pace senza alcun effetto romantico, ma con tanta forza di convincimento nella fratellanza. E tra quegli stand c’è pure il firma copie di autori giovani e altri affermati, che sognano e non capiscono ancora, nonostante il frastuono indescrivibile prodotto dalla fiumana dei visitatori, se sono desti o se ancora vivono il loro sogno ad occhi aperti. E’ quello che ho percepito negli occhi e nell’anima di chi orgogliosamente ha visto acquistare o anche solo di sfogliare con interesse e curiosità la propria creatura letteraria esposta sui banchi degli stand. E’ bello tutto ciò! Sì, è bello perché ti gratifica, non certo dal punto di vista economico – commerciale, ma per quel senso carezzevole che è dato dall’arrivare con orgoglio là dove hai sempre sperato. E poi artisti, cantanti, illustri personaggi della letteratura, della televisione, del teatro, della musica e di tutti i campi dell’arte internazionale, si sono avvicendati in cinque giorni carichi di un entusiasmo che si rinnova nell’interesse della lettura. Eppure c’è ancora qualcuno che, nonostante questo successo annuale del Salone del Libro di Torino, riesce ancora a minimizzarne l’importanza, quasi a volere porre lo squallido accento sull’esclusivo fatto economico in cui ogni editore, pur con tutta la voglia di vendere, presenta di tutto senza selezionare libri e autori di ottima qualità letteraria. Personalmente mi dissocio da questo pensiero disfattista, capace di porre barriere a nuovi ed entusiasti giovani autori che muovonoi primi passi nel campo letterario e hanno bisogno di essere aiutati a diventare importanti firme del futuro. In tutti c’è uno stile di scrittura da rispettare, ma, soprattutto, c’è l’anima, la passione, il convincimento che attraverso il proprio comporre storie, romanzi, saggi e tanto altro, si produce una relazione, un contatto fatto di empatia con il lettore, chiunque esso sia. E allora bimbi, ragazzi, giovani, diversamente giovani di ogni età, cultura e colore della pelle, sono stati attratti dagli autori che hanno qualcosa da dirci, da proporci, da rendere interessante. Ecco, credo proprio che questo sia il messaggio universale dato dal Salone del Libro di Torino che resta la voce di ogni genere letterario, il quale tende a unire i popoli e mai disgregarli. La pace, in fondo, è data dal pensiero filosofico che tutto avviene tramite la riflessione di vita, il cui apporto viene dato dall’anima di chi scrive e trasmette a chi legge.

Salvino Cavallaro              

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