Tourneè australiana per Mimmo Cuticchio ed i suoi pupi siciliani

Prende il via questa sera a  Canberra la tournée australiana di Mimmo Cuticchio e i suoi pupi siciliani, nel quadro della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Seguiranno spettacoli domani sera presso l’Istituto stesso, venerdì mattina per gli alunni della scuola pubblica di Leichhardt, il quartiere ‘italianò di Sydney, e domenica due spettacoli nel Casula Arts Centre. La tournee è organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura in Sydney, con la collaborazione dell’Ambasciata Italiana in Canberra, del consolato d’Italia a Sydney e del Dipartimento dell’Educazione del New South Wales. Giunta alla 16/a edizione, la Settimana della Lingua Italiana, dal 17 al 23 ottobre, è promossa dal Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale e ha come tema quest’anno «L’Italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design». In cartellone nella tournee australiana di Mimmo Cuticchio e dei suoi pupi ‘Il gran duello di Orlando e Rinaldo per amore
della bella Angelicà. Una delle storie ispirate ai romanzi e ai poemi del ciclo carolingio e dell’opera ‘Storia dei Paladini di Francià. I pupi, ovvero le marionette armate, rievocano gli
epici combattimenti tra i paladini di Carlo Magno e i saraceni, rappresentando tradimenti, sofferte storie d’amore, miracolose apparizioni, irruzioni di animali feroci e figure demoniache.
Il Teatro dell’Opera dei pupi siciliani, risalente alla fine del 18/o secolo e tuttora vitale, affonda le sue radici in una volontà di diffusione popolare di temi aulici e letterari. Mimmo Cuticchio è l’erede diretto di questa forma di teatro popolare, tramandatagli dal padre Giacomo. A lui se ne deve il rilancio, dopo il declino degli anni Cinquanta e Sessanta, che l’aveva confinata in ambito meramente folkloristico. Nel 2008 l’UNESCO ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità, mentre nel 2015 la collezione di Pupi siciliani dei Cuticchio, che comprende marionette dei secoli XIX e XX, è stata acquisita dalla Fondazione Sicilia ed è da allora in mostra a Palazzo Branciforte a Palermo.

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