Riforma dei porti/Cittadinanzattiva scrive al ministro Del Rio

All’on. dott. Graziano Delrio

Ministro alle Infrastutture  ed ai Trasporti

Roma

 

Illustre sig. Ministro,

nel PIANO NAZIONALE DEI PORTI E DELLA LOGISTICA si legge:

  • la fortissima pressione dei competitor mediterranei a Malta, in Grecia (Pireo) ed in Marocco (TangerMed) non consentono al porto di Gioia Tauro di consolidare la propria posizione,
  • il porto di Gioia Tauro deve creare attività alternative e complementari al solo transhipment, visti i fortissimi rischi di instabilità, dovuti al fatto di dipendere quasi totalmente dal volere dei terminalisti e/o delle compagnie marittime a cui le prime fanno capo.
  • Per quanto riguarda il traffico dei contenitori, Malta rappresenta la vicina più temibile sul piano concorrenziale (porto all’avanguardia sul piano tecnologico, si parla l’inglese come lingua ufficiale, unico porto del Paese, efficiente nello spendere le risorse europee).

Quindi, per ammissione dello stesso Governo Nazionale, il porto di Gioia Tauro soffre una crisi di tipo strutturale e pertanto irreversibile giacché il transhipment non rende nulla in termini di nuova occupazione e non avvantaggia l’economia del territorio. Questo avviene perché il porto di Gioia Tauro non ha collegamenti infrastrutturali con il retroterra e tramite esso con il resto del Paese e senza l’alta capacità ferroviaria il porto è destinato a chiudere. Né li potrà avere in futuro giacché la politica nazionale delle infrastrutture prevede investimenti fino all’asse ferroviario Napoli-Bari, mentre gli esuberi continuano a crescere e sono già arrivati a 440 unità.

Per resistere l’Autorità portuale di Gioia Tauro ha deciso di azzerare le tasse di ancoraggio in modo da rendere il porto più appetibile. Ovviamente tale decisione non è sostenibile nel lungo periodo per cui si è deciso di individuare i donatori, questa volta non di sangue ma di euro, nei porti di Messina e Milazzo. Tale scelta servirà, anche, per continuare a restituire al terminalista, nel 2016 pare siano stati 3.000.000 di euro, parte delle tasse portuali di ancoraggio, che oggi non si incassano più. Per inciso, i porti di Messina-Milazzo per gettito IVA sono i quarti in Italia mentre Gioia Tauro è all’ultimo posto nella graduatoria nazionale.

Infine le domando e mi domando come potrà essere gestito un Ente che agisce su due Regioni così diverse: la Sicilia a Statuto Speciale e la Calabria a Statuto ordinario, ed ancora come può, “un responsabile” Presidente della Regione Siciliana dare il nulla osta affinché le aree portuali che ricadono nella regione siciliana, ancorché d’interesse nazionale, possano essere trasferite alla gestione di un Ente calabrese.

In base a quanto ho riportato non pensa che la sua decisione di scegliere Gioia Tauro meriti una sua ulteriore attenta riflessione?

In attesa di un suo cortese cenno di riscontro porgo

Distinti saluti.

Dott. Giuseppe Pracanica

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