Giovani siciliani a rischio esclusione sociale, il 40% sono ‘neet’

Il 10% dei giovani del Sud (5 del nord e 3 del Centro) sarebbe disposto a lasciare la casa dei genitori prima dei 24 anni, ma è quello che incontra più difficoltà: situazione economica e lavoro, soprattutto per i giovani del Sud (80%), sono i motivi principali della mancata uscita dalla famiglia di origine.

E’ uno dei dati evidenziati dal Rapporto giovani 2017, realizzato dall’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Universita’ Cattolica, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo, presentato a Catania alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario alla Salute Davide Faraone, dell’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina e del vescovo di Acireale Mons. Antonino Raspanti.

I dati del rapporto mostrano che il giovane italiano è dinamico, vuole lavorare ma con una buona remunerazione. Gran parte dei giovani, soprattutto quelli del Sud, denuncia una situazione finanziaria sfavorevole: solo il 34% si sente tranquillo e rassicurato. Le ripercussioni sono che non si lavora, che una quota di giovani resta a lungo in casa dei genitori e ritarda l’idea di mettere su una famiglia.

Nel Sud il 37 per cento circa dei giovani e ‘neet’ (in Sicilia il dato supera il 40%) e di questi solo il 20% dei ragazzi (e il 37% delle ragazze) non accetterebbe un lavoro a nessuna condizione, gli altri sono aperti a trovare un’occupazione e una percentuale notevole accetterebbe il lavoro anche immediatamente pur di lavorare.

Elementi come la distanza da casa, la comodita’ degli orari, il prestigio dell’azienda e la coerenza con la formazione non sono indispensabili e sono considerati solamente da un 25% come preminenti.

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