La Dea che fa innamorare i bergamaschi

Da qualche anno ormai il popolo del football orobico si è reso conto che, grazie alle prestazioni della propria squadra del cuore, Bergamo non offre più quello sterile e sparagnino calcio di provincia ma ambisce sempre più ad alti livelli. Dapprima si pensava a un’Atalanta da fiaba, quasi fosse una cenerentola approdata per caso tra i grandi del football europeo, mentre era pensiero comune che prima o poi avrebbe esaurito il proprio improvviso fuoco di gioco e risultati. E invece quella che inizialmente sembrava una favola è diventata una realtà del nostro calcio capace di rendere fiera l’Italia pallonara che, dopo essere stata estromessa dalla Champions resta orgogliosamente legata all’Europa League grazie alla Dea e anche la Roma. Una evoluzione societaria e tecnica, quella dell’Atalanta  del presidente Antonio Percassi il quale detiene il pacchetto di maggioranza della società che è esemplare nel suo percorso di crescita graduale, capace com’è di arrivare ad essere sistematicamente la quarta o quinta forza del nostro campionato con il diritto alla partecipazione ai campionati europei. Non è poco tutto questo, soprattutto se si tiene conto dell’organizzazione all’interno della società orobica capace di mettere le persone giuste al posto giusto. Una di queste figure che hanno contribuito alla crescita dell’Atalanta è l’allenatore Gian Piero Gasperini, un tecnico votato al bel gioco offensivo e a una circolazione di palla in grado di mettere in difficoltà qualsiasi avversario verso il quale mentalmente è giusto non avere riserve reverenziali, ma combattere sul campo a viso aperto. Ecco, diciamo proprio che questa sia la chiave di volta della squadra di Gasperini la cui caparbietà e forse anche la sfrontatezza di spogliarsi da ogni pensiero reverenziale, fa sì di ottenere sempre ottimi risultati. E non è un caso che nella cronaca attuale assistiamo ad una Atalanta in grado di andare al Red Bull Arena di Lipsia per disputare l’andata dei quarti di finale dell’Europa League e dare spettacolo di calcio. 1 a 1 è stato il risultato finale, il quale sancisce un pareggio che sta molto stretto ai bergamaschi andati in vantaggio con Muriel e poi raggiunti da un’autorete di Zappacosta, dopo che il portiere Musso ha parato un rigore di André Silva al 12° della ripresa. Ma lo spettacolo vibrante offerto dalla squadra di Gasperini avrebbe meritato sicuramente un risultato diverso. Questo è forse il piccolo neo ancora da correggere della squadra orobica, ed è quella mentalità di continuare ad attaccare gli spazi, pressare alto e offrire spettacolo di football nonostante si trovi in vantaggio. Non è nella natura del suo allenatore tirare i remi in barca, anche quando si sta vincendo fuori casa nella consapevolezza di avere di fronte una forte squadra come il Lipsia che da un momento all’altro ti può castigare. Ma chissà, forse è proprio questa la forza e anche la debolezza della squadra di Gasperini che non intende cocciutamente modificare una mentalità radicata di football finalizzato a costruire, a essere propositivo in un concetto di calcio moderno e offensivo. E poi che importa se tutto questo è opinabile di un calcio che non ha una sola ricetta insostituibile per vincere sempre, l’importante è portare avanti nel mondo l’orgoglio della città di Bergamo, che anche grazie al pallone è diventata importante in Italia e all’estero.

Salvino Cavallaro                   

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