Ronaldo, Giorgina e il dramma umano di perdere un figlio

Con un post su Instagram, è stato lo stesso CR7 ad annunciare la perdita di suo figlio:

“Con profonda tristezza dobbiamo annunciare che il nostro piccolo bimbo non ce l’ha fatta. E’ il grande dolore che ogni genitore può provare. Solo la nascita della nostra piccola bimba ci dà la forza per vivere questo momento con un po’ di speranza e felicità. Vorremmo ringraziare i dottori e le infermiere per tutto il loro supporto e il loro aiuto. Siamo tutti devastati da questa perdita e chiediamo gentilmente privacy per questo momento molto difficile. Piccolo, tu sei il nostro angelo”. Ho letto e riletto tante volte questo post così carico di amarezza. Di dolore. Frasi che mi hanno fatto riflettere come pure a chi nella vita non manca nulla ed ha tanto di più del necessario, alla fine conosce anch’egli il limite di non potere combattere contro l’imponderabile. Stesso è il dolore che unisce l’essere umano, sia esso ricco o povero, sia chi ha tutto e chi non ha niente, chi è conosciuto da tutto il mondo e chi invece è riconosciuto solo da portiere di casa, dal vicino di pianerottolo e di qualche sparuto conoscente o amico, oltre, naturalmente, dagli affetti più cari della propria famiglia. Pensieri, riflessioni ricorrenti, che in questi casi ti mettono a confronto con la realtà di una vita che per qualcuno è sempre in ripida salita e per altri è in discesa. Ma c’è poi un momento in cui nulla è diverso dai sentimenti, dal cuore, dai momenti in cui piangi e in altri in cui ridi. Uguali le lacrime di dolore, uguali i sorrisi dei momenti migliori. E’ la vita che alla fine ci unisce tutti senza distinguo alcuno. Nessuno è perfetto nella sua perfezione, perché c’è sempre un momento in cui tutto si livella, si diventa uguali. Nessuno è onnipotente e tutti nasciamo allo stesso modo pur vivendo in modo diverso, ma poi finiamo in uno stesso luogo. Umanamente parlando sono molto vicino al dramma che hanno conosciuto CR7 e Giorgina Rodriguez che ricordo a Torino in una sfarzosa e lussuosa villa della collina della città piemontese, la loro difficile vita privata sempre con il seguito dei Body Guards. Tutto rappresentava il prezzo da pagare, quello della celebrità in ogni angolo della terra. Un qualcosa che ai nostri occhi sembrava fuori dal comune. Persone particolari, magari senza problemi e dove tutto è bello e avvolto da zucchero filato, miele e cannella. E invece c’è sempre un momento in cui il dolore unisce, perché il denaro, la ricchezza e la fama, da sole non bastano a sfuggire ciò che il disegno divino ci prepara. Sono gli attimi del parto in cui attraverso il dolore vieni al mondo. E ricordo come fosse ieri la mia prima esperienza di papà in sala parto, quando ho seguito la nascita dei miei due figli. Momenti indescrivibili, intensi di ansia, dolore e poi gioia quando vedi spuntare la testolina di tuo figlio, senti il primo vagito, guardi il suo primo sguardo alla vita e pensi come tutto questo sia stato il frutto dell’amore, il miracolo della vita che hai donato e che ti porterai dentro per sempre. E allora capisco il dolore di CR7 e Giorgina in un parto gemellare in cui nasce una vita e contemporaneamente ne muore un’altra, anch’essa frutto dell’amore. Nasce sana la bimba gemella e muore il fratellino, in un gioco perverso in cui il forte dolore attenua la gioia e dove la stessa gioia della vita diventa consolatrice della morte – se così si può dire. E un giorno quella stessa bimba saprà da mamma e papà quanto è accaduto; e chissà, magari potrà scrivere una lettera a quel fratellino con il quale è stata bene per nove mesi nella pancia della mamma, ma che poi ha perso di vista senza mai conoscerlo. E penso che in quella lettera intitolata: “Le parole che avrei voluto dirti”, ci sarà, chissà, la sintesi e il mistero di una vita che nasce e l’altra che muore.

Salvino Cavallaro            

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