Il mondo della cultura piange la scomparsa di Piero Angela

Buon viaggio papà”. Così annuncia la morte di Piero Angela il figlio Alberto. Si è spento all’età di 93 anni il più grande divulgatore scientifico della televisione italiana. Volto tanto amato e stimato della Tv pubblica, aveva parlato della morte in questi termini: La considero una scocciatura. In questi giorni aveva scritto un messaggio d’addio che è stato diffuso oggi dai canali social della sua trasmissione Super Quark: “Cercate di fare la vostra per questo difficile Paese”. Un messaggio emblematico di quanto il futuro di questo nostro Paese chiamato Italia gli stesse particolarmente a cuore dal punto di vista politico, culturale, economico e sociale. E anche se non è facile cadere nel tranello della retorica, celebrando la morte di un grande maestro qual è stato Piero Angela, diciamo senza ombra di dubbio che il suo insegnamento culturale e scientifico è stato, soprattutto per i giovani, un esempio nella speranza di una continuità nell’apprezzare il significato della grande cultura posta al servizio degli altri. Nato a Torino il 22 dicembre del 1928, figlio di uno psichiatra antifascista, Angela ha cominciato a lavorare per la Rai nel 1952. 70 anni di ininterrotto lavoro per la Tv pubblica, dedicando tutta la sua vita alla professione giornalistica che nel tempo si è specializzata nella divulgazione scientifica ad alto livello culturale. Dopo l’esordio nel Giornale Radio della Rai nel 1952, dal 1955 al 1968 è stato corrispondente del Telegiornale, prima a Parigi e poi a Bruxelles. Ma è nel 1981 che Piero Angelaha raggiunto il suo apice professionale con la rubrica Super Quark: Con un po’ di scetticismo mi dissero di farlo: temevano che non avrebbe fatto grandi ascolti, ma io che da qualche anno facevo documentari, avevo voglia di misurarmi in un progetto di respiro più ampio. E così cominciò la grande avventura giornalistica nel mondo della scienza, ed è stato un successo durato una vita. Sì, perché egli stesso quando gli chiedevano il segreto del suo successo, rispondeva così: Il mio linguaggio sta dalla parte del pubblico, i contenuti dalla parte degli scienziati”. Piero Angela è stato un grande divulgatore, maestro di giornalismo cui la Repubblica Italiana gli è riconoscente per il contributo culturale che ha saputo dare attraverso un lavoro da fine cultore riconosciuto dal mondo intero. Un leader intelligente che sapeva porsi con toni pacati, semplici, capace di arrivare dritto all’anima di chi della scienza ne ha fatto da sempre lo studio per saperne di più su ricerca e non solo. E oggi che non c’è più, sappiamo fin da ora che attraverso il suo insegnamento ci sarà – ci deve essere – la sua continuità come prezioso patrimonio culturale lasciatoci in eredità, che tutti noidobbiamo proteggere accuratamente.

Salvino Cavallaro

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