Il Napoli ritrova la sua “cazzimma” e la Juve riprende a vincere con i suoi soliti problemi.

Vista com’è andata la partita, il Napoli in casa dell’Ajax avrebbe potuto segnare 10 gol, talmente è stata grande la differenza di volontà, grinta e determinazione che i partenopei hanno messo in campo. E’ stato un 1 a 6 da scrivere nella storia del club perché è arrivato forse un po’ inaspettato, ma sicuramente sperato, vista la forma smagliante che la squadra di Spalletti sta attraversando dall’inizio del campionato. E diamo merito al Direttore Sportivo Giuntoli, il quale ha saputo condurre una campagna acquisti di straordinaria oculatezza e capacità, ovviando alle cessioni dei tre campioni come Koulibaly, Mertens e Insigne, i quali facevano parte dell’ossatura nevralgica del Napoli. Tutti pensavano che sarebbe stato difficile costruire il presente e il futuro dei partenopei, soprattutto alla luce della proverbiale ristrettezza economica della società, cui fa capo il presidente De Laurentiis. Ma, visti i risultati che stanno dando ragione sia a Giuntoli che a Spalletti, il quale all’annuncio del via libera al trasferirsi dei tre moschettieri azzurri, non ha fatto drammi come spesso si sente fare in altri ambienti che si caricano di malumori e sceneggiate plateali, le quali non fanno altro che rovinare la serenità dello spogliatoio. E invece, a bocce ferme, zitti zitti e senza squilli di tromba, Giuntoli e il presidente De Laurentiis hanno speso il giusto investendo le plusvalenze ricavate dalle vendite eccellenti e puntando sui giovani hanno ricamato il bel Napoli che stiamo vedendo. Kvaratskhelia un attaccante di 21 anni acquistato dalla Dinamo Bitumi, Simeone, attaccante 27enne preso dal Verona, Raspadori, attaccante 22enne acquistato dal Sassuolo, Ndobèlè, 25 anni, centrocampista acquistato dal Tottenham, Olivera il difensore di 22 anni acquistato dal Montevideo, e poi tanti altri che oggi rappresentano il corredo di una rosa che si aggiunge ai vari Demme, Elmas, Zielinski, Lobotka, Anguissa, Lozano, Politano e soprattutto Osimhen, l’attaccante richiesto da grandi società europee e che adesso, di fronte a una proposta “indecente”, potrebbe non risultare più incedibile. Tutto fila liscio in questo Napoli targato Luciano Spalletti, cui ha saputo dare una sua fisionomia di bel gioco di qualità ma anche di quantità che si va ad aggiungere all’inevitabile raggiungimento di meccanismi ben oleati fra loro. Dunque, c’è proprio da aspettarsi tutto da questo bel Napoli che ha riscoperto quella “cazzimma” napoletana che aveva perso per strada da troppo tempo. E adesso la Napoli calcistica fa gli scongiuri, tira fuori tutti i suoi amuleti, i cornetti rossi e tutto quanto nella cultura napoletana fa parte dell’allontanamento di malocchi e cose simili, per capire bene dove questa squadra così bella possa arrivare. Vedremo. Maradona da lassù si rivede in questa squadra che oggi con lui, sarebbe davvero perfetta!

E veniamo alla Juventus di Max Allegri. Ma parlando della Vecchia Signora, non possiamo non ricordare la figura dell’ex preparatore atletico bianconero Gian Piero Ventrone, deceduto oggi all’età di 62 anni a causa di una leucemia fulminante. Noi e il mondo dello sport ci uniamo al dolore della famiglia e alla stessa società Juventus che l’ha avuto per tanti anni alle sue dipendenze acquisendo grandi risultati. Detto questo, veniamo al momento della squadra bianconera che dopo la vittoria sul Bologna in Campionato, ieri ha pure vinto allo Stadium in Champions contro il Maccabi Haifa. Un 3 a 1 che lascia un po’ di speranza per il passaggio agli ottavi, ma che non dà alcuna tranquillità alla squadra che adesso si trova a dovere rincorrere affannosamente il terreno perduto contro Paris St. Germain e Benfica, i quali hanno pareggiato 1 a 1. Ma a prescindere da questo importante aspetto che se la Juventus non dovesse arrivare agli ottavi di Champions avrebbe una perdita di oltre 30 milioni di euro, c’è da dire che la squadra di Allegri continua ad avere momenti di pausa pericolosi in cui spesso perde la sua naturale autostima che fa perdere quell’identità di Juventus che non c’è ancora. A un Rabbiot che stupisce e un Di Maria che magicamente illumina il gioco, c’è sempre il punto interrogativo posto da un Vlahovic troppo nervoso, che si danna come un cavallo pazzo e alla fine risulta inconcludente nella realizzazione del gol. C’è poi da mettere in rilievo la forma precaria di Cuadrado e la quasi nullità in cabina di regia di Paredes, un calciatore di grande capacità tecnica ma che da quando è arrivato alla Juve non ha ancora dimostrato le sue potenzialità. Kostic alterna buone prestazioni a partite sbiadite. Vedremo cosa accadrà con l’ingresso in squadra di Pogba e Chiesa. Ci vorrà ancora tanto tempo, ma Allegri deve stringere, trovare la quadra, se non vuole trascinare la squadra nell’ennesima stagione fallimentare. Una Juve tra luci e ombre non può andare lontano.

Salvino Cavallaro              

Articoli consigliati