Sport e cuore matto

Presso l’Unitre (Università della Terza Età) di Torino, si è svolta una lectio magistralis del Dr. Biagio Ingignoli, sul tema delle morti improvvise nello sport. Ottima la partecipazione del pubblico torinese, che per buona parte era composto dagli iscritti ai vari corsi proposti dall’Unitre. L’incontro culturale è iniziato con il benvenuto della signora Lucia Cellino ai presenti, dando anche alcune informazioni sulla professione del Dr. Ingignoli che oltre ad essere stato responsabile di primo livello presso le Cardiologie Riabilitative dell’Ospedale Mauriziano di Lanzo Torinese e di Torino, dal 1999 al 2005 ha assunto la stessa carica professionale presso l’Ospedale S.S. Trinità di Fossano in provincia di Cuneo, ed è stato dirigente di livello presso Maria Pia Hospital di Torino. Attualmente, oltre che avere assunto la carica di Presidente dell’Unitre di Torino, prosegue la sua attività di cardiologo presso l’Azienda CDC di Moncalieri (TO) e privatamente presso lo Studio Medico Crocetta e Medical Team di Torino. Per cuore matto – ha detto il Dr. Ingignoli – si intende la malattia degli sportivi. La chiamano così perché spesso, quando leggiamo di un atleta o di un calciatore che muore sul campo per morte improvvisa, a posteriore si scopre che era affetto da displasia/cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Da qui parte tutta una serie di disattenzioni e responsabilità delle società sportive che spesso non approfondiscono come si dovrebbe lo stato di salute dei propri atleti. Tuttavia, la lectio magistralis non ha voluto puntare su questo aspetto che pur è di particolare importanza, ma si è trattato di informare i partecipanti di ciò che determina tecnicamente l’infarto, piuttosto che l’Ictus e altri episodi mortali derivanti dal cuore che appare in sofferenza. Così il Dr, Ingignoli, nel suo dire sempre molto chiaro e comprensibile a tutti, ha elencato una serie di atleti che hanno avuto problemi di cuore o, peggio ancora, hanno incontrato la morte improvvisa durante la pratica sportiva. Come Pier Mario Morosini morto per arresto cardiaco durante la partita Pescara – Livorno giocata il 14 aprile 2012, oppure Franco Bitossi che è stato l’atleta italiano soprannominato Cuore mattoproprio per gli improvvisi attacchi di tachicardia che spesso lo costringevano a fermarsi in corsa. Oppure Christian Eriksen, il calciatore danese che pur essendo stato colpito da arresto cardiaco è stato immediatamente soccorso dai sanitari in campo che gli hanno salvato la vita grazie al defibrillatore. Già, il defibrillatore salvavita che è stata una conquista sociale, visto che oggi abbiamo la possibilità di trovarlo in tutti i luoghi pubblici. Certo – dice il Dr. Ingignoli –“ è importante saperlo usare correttamente maper far questo, è possibile seguire un corso breve. E intanto il pomeriggio culturale si avvia al termine con gli applausi finali del pubblico al relatore di tante nozioni sul cuore. Importanti restano i controlli periodici, non solo per gli sportivi ma anche per le persone che intendono fare sport che, comunque, se fatto correttamente, è consigliato per la salute stessa del cuore.

Salvino Cavallaro        

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