Intervista ad Andrea Piazza, il giovane artista parrucchiere dei giocatori della Juventus

Sono Andrea Piazza, ho 21 anni e ho iniziato il mio percorso da barbiere quando avevo 16 anni. Inizialmente la scuola mi ha dato la possibilità di fare degli stage. Ho frequentato una scuola professionale e poi sono venuto qua perché mi avevano parlato bene di questo salone di Attilio Artistic Team. E’ uno dei più importanti saloni per parrucchieri più conosciuti a Torino, un marchio che si contraddistingue anche a livello nazionale. Così, ho colto la palla al balzo e sono venuto per imparare il mestiere. Ricordo che quando sono arrivato non sapevo fare quasi niente, visto che la scuola ti prepara soprattutto dal punto di vista teorico. Qui mi è stata data subito la possibilità di migliorarmi e imparare a livello pratico. Così, man mano mi sono posto degli obiettivi che mi hanno fatto arrivare a sapere fare tutto a 360 gradi.”

Questo mestiere l’hai sentito subito tuo, a prescindere dall’indirizzo scolastico che hai scelto?
“Si, l’ho sentito subito mio perché mi capitava di venire ripreso già alle scuole medie per avere spesso le mani fra i capelli miei e dei miei compagni, anche se, in verità, devo dire che non sono mai stato un grosso studioso. Le professoresse, infatti, mi hanno consigliato di intraprendere questo percorso professionale e io ne ho approfittato perché mi è sembrato subito un bel mestiere. Inizialmente non ero sicuro di quello che stavo andando a fare perché a quella età non puoi sapere bene cos’è meglio per il tuo futuro. E così mi sono avventurato anche con l’aiuto dei miei genitori, che poi è quello che più conta per me, e ho intrapreso questa strada che per fortuna sta andando bene.”

Cosa provi dentro te, quando fai un bel taglio di capelli a un cliente?
Quando un lavoro viene fatto come volevi e ti riesce bene, sei molto più invogliato di mostrarlo alle persone. Mi è capitato inizialmente di fare alcuni lavori che non si sono rivelati come volevo, ma non mi sono scoraggiato e ho cercato di impegnarmi sempre di più. Siamo degli artigiani e quello che facciamo è passione al cento per cento. E’ una cosa che devi avercela dentro, perché comunque è faticoso stare tante ore in piedi.”

Pensi che fare un lavoro che piace sia comunque una fortuna vero. Non è così?“Certamente. Quando ho iniziato a lavorare e stavo imparando vedevo delle entrate economiche che mi hanno reso felice. Mi dicevo tra me e me, quanto sono fortunato a guadagnare e fare quello che mi piace. Ero contentissimo al pensiero di fare così poco e guadagnare. Che bello è stato quel mio primo impatto con il lavoro! Ho ancora molto da imparare e ogni giorno attingo il mestiere da coloro i quali hanno più esperienza di me, ma anche da quelli che hanno iniziato da poco. Da tutti è giusto imparare qualcosa. Infatti, il segreto di questo negozio è che avendo un organico grande ci completiamo, perché chi non sa fare una cosa la sa fare un altro e così via. Ci si aiuta. E questo è bello!”

Come sei arrivato a tagliare i capelli ai giocatori della Juventus alla Continassa?
Tutto parte circa tre anni fa, quando iniziai a tagliare i capelli a qualche ragazzo del Settore Giovanile della Juventus tra cui Matias Soulé. Ricordo che lo accompagnavano i genitori qui in negozio da noi. Era appena arrivato dall’Argentina e gli avevano consigliato di venire qui da Attilio per tagliare i capelli. Il mio incontro con lui è stato un caso, ma poi trovandosi bene e visto che siamo anche coetanei, ci siamo intesi subito. Intanto è passato in Prima Squadra e come un passa parola normale, arrivando a Torino anche Di Maria e Paredes, gli ha consigliato di venire da me. Così ho colto subito la palla al balzo e sono andato alla Continassa e ho iniziato anche un bel rapporto con loro. Così mi sono inserito sempre di più all’interno di quel progetto, perché una volta che ho acquisito la fiducia di tutti e tre mi hanno fatto tagliare i capelli a qualche compagno di squadra. Alla fine se vedono che sei bravo non solo a tagliare i capelli ma anche come persona, pian piano arriva tutto. L’altro giorno mi è capitato pure di tagliare i capelli anche a Vlahovic e Kean.”

Questi grandi calciatori ti danno subito fiducia oppure sono loro a dirti come dare un tono alla loro acconciatura?“Hanno tutti personalità diverse. Personalmente mi piace molto consigliare, perché in base a ogni testa studio le conformità, la forma del viso e riesco a consigliare il taglio ideale. I tagli di capelli che hanno attualmente i giocatori sono già attuali e io li ho solo modellati. Con chi ho più confidenza mi permetto di consigliare, mentre a chi è la prima volta che taglio i capelli è normale che io punti a fidelizzare quella persona. Ci sono tecniche diverse, ma c’è sempre l’immagine da curare senza tuttavia imporre nulla. Tuttavia, amo precisare che nel mio mestiere non mi impegno nel tagliare i capelli in maniera oculata solo ai calciatori, ma è necessario per me lavorare bene e con lo stesso impegno anche con qualsiasi altro cliente.

Andrea, quanto è importante per te continuare a credere nel tuo lavoro a prescindere dal fatto che i calciatori ti cercano e ti danno la loro fiducia?
Il mio obiettivo principale è di migliorarmi in tutti gli aspetti personali e lavorativi. E’ chiaro che mi fa molto piacere tagliare i capelli a diversi personaggi importanti, perché è una sorta di pubblicità che si crea, tuttavia, un insegnamento che mi è stato dato è che questi personaggi oggi ci sono e domani no, per cui non bisogna basarsi solo su quello ma pensare anche ad altre cose.”

Cosa speri per il tuo futuro?
“E’ una bella domanda. Ma io rispondo che penso solo al presente e a fare del bene, perché so che prima o poi ti ritorna tutto.”

Salvino Cavallaro

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