Zlatan Ibrahimovic, il campione di un calcio che non c’è più.

Chissà quante volte in carriera avrà riflettuto con questa frase: “Forse è meglio non pensarci a quel mio ultimo giorno in cui dirò basta con il pallone “. E adesso che quell’ultimo giorno è arrivato, si è accorto che anche Superman ha un cuore. Nel tributo generale del catino di San Siro, in occasione dell’ultima partita di campionato, si è celebrato l’addio al calcio di Zlatan Ibrahimovic. “Oggi dico addio al pallone ma non a voi che mi avete ospitato e fatto stare bene. Sarò per sempre milanista”. Il campione svedese con un discorso commosso ha trasmesso grandi emozioni ai tifosi, ai compagni di squadra e ai dirigenti che abbiamo visto con le lacrime. È stato il commiato del campione di un calcio che non c’è più per smarriti sentimenti e per risvolti umani sempre più difficili da riscontrare. Ma Ibrahimovic è stato il rappresentante di valori sportivi dei quali, a modo suo, ha saputo trasmettere ai suoi compagni di squadra attraverso quel forte carisma che gli ha donato madre natura. “La prima volta che sono arrivato al Milan mi avete dato felicità, la seconda volta mi avete dato amore”. Così ha continuato nel suo discorso di ringraziamento Ibrahimovic che ha poi ringraziato la sua famiglia di casa e poi la sua seconda famiglia, quella dello spogliatoio; i giocatori e compagni di squadra i quali hanno condiviso con lui momenti di felicità per lo scudetto conquistato nel campionato 2021/’22 e per i momenti di tristezza per il suo lungo infortunio. Pensieri che affiorano alla mente e scorrono veloci come un film. È il film della vita cui il trascorrere inesorabile del tempo rende simile ogni storia dell’uomo, sia esso un personaggio popolare come Ibrahimovic, la cui apparente spocchia ne ha fatto un campione simpatico e allo stesso tempo antipatico, che di altri illustri sconosciuti della vita di tutti i giorni. Sono storie, sono percorsi di vita professionale e umana che iniziano, continuano e poi inevitabilmente finiscono. Anche se – quando rifletti – dici è meglio non pensarci. Proprio come diceva Zlatan nel fulgore dei suoi anni vissuti da campione di calcio.

Salvino Cavallaro

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