Intervista esclusiva al Sindaco di Milazzo, Dr. Giuseppe Midili

A me piace molto ascoltare le persone, perché é da lì che capisci quali sono le necessità reali della città.

Deciso, spigliato, chiaro in tutte le sue risposte, il Sindaco di Milazzo Dr. Giuseppe Midili ha dato in questa intervista l’immagine di chi si prodiga assieme alla sua Amministrazione Comunale a fare il bene della città. Un incontro in cui si sono toccati diversi temi politici e sociali della Milazzo di oggi, che vuole costruire bene anche il suo futuro. Ascoltiamolo dunque in questa lunga ed esaustiva intervista.

Dr. Midili, lei è sindaco della città di Milazzo da quasi tre anni. Ci vuole dire che cosa è stato fatto in tutto questo tempo e cosa c’è ancora da fare?“Partiamo da quello che c’è ancora da fare, che è tanto rispetto a quella che è la vita della città. Ci sono veramente ancora tante cose da avviare, perché Milazzo è una città che ha necessità di interventi pubblici notevoli, visto e considerato che nel corso del tempo non ce ne sono stati particolarmente tanti, per cui dobbiamo metterci al passo con i tempi. Dal punto di vista della viabilità abbiamo la necessità di individuare delle ulteriori strade che consentano alla nostra città di non essere prigioniera di quella che è una situazione geografica e morfologica che è evidente a tutti quanti. Noi abbiamo una strada d’entrata e una strada d’uscita chetra le altre cose, non sono di proprietà del Comune. Quindi, il nostro destino di utilizzo delle strade, dipende spesso dalla Provincia oppure dal Demanio Marittimo. Questo ci comporta non poche difficoltà, così come questa estate in cui non siamo potuti intervenire in quei processi decisionali che hanno bloccato un po’ tutta la città. Su quello che abbiamo fatto, devo dire che abbiamo lavorato veramente tanto. Proprio ieri stavo guardando il programma elettorale e ho visto che abbiamo già fatto oltre tre quarti di ciò che ci eravamo prefissati, il che diventa davvero una rarità, perché, se mi permette, solitamente i programmi elettorali sono quelli che restano sempre disattesi. Nel nostro caso, diciamo che stiamo lavorando in quest’ottica. Un argomento importante di questo periodo è proprio quello dell’isola pedonale. Nel nostro programma elettorale era già scritto che avremmo applicato l’isola pedonale allargata prevista dal piano urbano del traffico, che è quella che abbiamo applicato. Quindi, non abbiamo mai nascosto nulla. Su quel programma elettorale abbiamo vinto le elezioni e quindi se c’è qualcuno che dice che avremmo dovuto dirlo prima, rispondo che mi sembra un pochino anacronistica questa osservazione, visto che l’abbiamo detto quasi tre anni fa. Ma non soltanto quello. Abbiamo realizzato come prima opera pubblica la strada dietro il campo sportivo che il primo anno ha suscitato tantissime polemiche, ma oggi nessuno più si lamenta di rimanere bloccato sulla strada del Tono e quindi significa che alla lunga avevamo anche intravisto un’opportunità di alleggerire il traffico che poi si è rivelata effettivamente utile. Abbiamo realizzato tre parchi gioco per bambini in tre punti diversi della città. Abbiamo realizzato già quattro kilometri e mezzo di asfalto nuovo, e di tutti questi, tre kilometri e mezzo sono stati fatti in periferia. Sono le opere che si vedono di meno, ma sono quelle che sono più importanti per una vita migliore all’interno della città. Abbiamo realizzato una parte importante di convogliamento delle acque e di marciapiede in una zona che solitamente era soggetta ad allagamenti importanti e abbiamo messo in sicurezza parecchie abitazioni. Nella parte in cui non siamo riusciti ad intervenire perché i progetti hanno un inizio e una fine, ci sono stati dei danni il 3 dicembre dello scorso anno, mentre nella parte in cui abbiamo lavorato non si è verificato assolutamente nulla, visto che anche lì avevamo individuato qual’era la problematica. Speriamo che con ulteriori finanziamenti, si possa completare il lavoro che abbiamo iniziato, perché ciò è davvero fondamentale. C’é stato poi il recupero del Teatro al Castello, il finanziamento di tantissimi progetti, il recupero del costone roccioso sopra la manica che va fino alla Via delle Magnolie, con il convogliamento delle acque bianche. Insomma, mi pare davvero che in tre anni qualcosa è stata fatta.

Fin dal giorno in cui si è insediato a Primo Cittadino di Milazzo, lei ha dato sempre l’impressione di volere trovarsi accanto non solo a coloro i quali l’hanno votato, ma anche a quei cittadini milazzesi che in sede elettorale hanno dato altre preferenze. E’ così?
“E’ esattamente così, anche perché c’è un motivo. Il giorno stesso in cui ho avuto la contezza di essere stato eletto Sindaco, (non la sera ma il giorno successivo, perché la sera ho vinto le elezioni, ma la contezza di essere diventato sindaco l’ho avuta esattamente il giorno dopo) ho detto che avrei voluto essere il Sindaco di tutti, ivi incluso colui il quale non era andato a votare e quindi, non soltanto di quelli che hanno votato contro. Ricordiamoci che oggi abbiamo una realtà di volontà elettorale che è bassissima, per cui bisogna riconquistare in qualche modo la fiducia dei cittadini. Ecco perché cerco e tendo sempre a parlare con il maggior numero di cittadini per spiegare quali sono i problemi, come li stiamo affrontando e come si possono risolvere, non soltanto per dire quello che abbiamo intenzione di fare o quello che abbiamo ultimato. A me piace molto ascoltare le persone, perché é da lì che capisci quali sono le necessità reali della città. Certo, ci sono le cose che puoi fare e altre che sono impossibili da realizzare; e così qualcuno resta comunque scontento. Ma d’altra parte non credo che ci sia una persona al mondo che possa accontentare al 100% tutti. Almeno, non su questa terra!”

Soprattutto per la raccolta rifiuti, in questi ultimi anni abbiamo notato una puntuale raccolta e quindi un servizio efficiente dal punto di vista igienico. I cittadini, cosa possono fare per migliorare ancora la raccolta differenziata, che resta il punto nevralgico di un vivere civile? E se posso aggiungerele chiedo, perché in alcuni punti della città vediamo ancora zone sporche che meravigliano negativamente soprattutto i turisti?

“Noi abbiamo avviato una campagna massiva di informazione e soprattutto abbiamo fatto veramente il porta a porta dell’informazione della raccolta nei primi tempi, perché Milazzo era una città che faceva solo il 12% della raccolta differenziata. Abbiamo chiuso il 31 dicembre del 2022 con il 65,6% di raccolta differenziata, mentre oggi siamo al di sopra di questi numeri. Abbiamo recuperato zone della nostra città che erano state abbandonate a se stesse, nel senso che comunque non pensavano minimamente di fare la raccolta differenziata. E’ stata una lotta non facile, perché far capire alle persone che bisogna avere i propri bidoncini e fare la differenziata all’interno della propria abitazione è sempre problematico, e lo è ancor di più in quelle zone in cui non si è mai fatta questo tipo di raccolta. Ebbene, siamo riusciti a recuperarli, non certamente al cento per cento, visto che i numeri che abbiamo raggiunto ci dicono che abbiamo fatto tanto ma ci sono ancora dei margini di miglioramento. E parto da questi! Il margine di miglioramento maggiore si ha facendo capire a tutti che la raccolta differenziata va fatta all’interno del proprio appartamento e non nei bidoni stradaliperché diversamente non è una raccolta differenziata e non c’è quella sana abitudine che si dovrebbe avere; perché sa, nell’avere la spazzatura nella propria abitazione si fa molta attenzione a far sì che l’umido venga fatto con l’umido perché lo liberi immediatamente, visto che abbiamo tre giorni di raccolta settimanale. Diversamente, se lo fai nel bidone fuori dal tuo appartamento, anche all’interno della propria area condominiale, bisogna rispettare le giornate di raccolta in calendario; cosa da non sottovalutare. Diversamente è una di quelle abitudini che purtroppo esiste ancora, così come esiste ed insiste l’abitudine di alcune attività commerciali di non volere utilizzare le isole ecologiche anche se ce l’hanno a dieci metri, perché noi abbiamo installato due isole ecologiche in punti nevralgici, dove c’è una grandissima concentrazione di attività commerciale per consentire di liberare la sera i locali di cartone, vetro o plastica, piuttosto che lasciarli su strada. Devo dire che dai riscontri dei tabulati che noi abbiamo, quattro o cinque attività le utilizzano e altre quindici no. E poi sono le stesse quindici attività che si lamentano, perché la raccolta non è sufficiente. E’ evidente che non possiamo raccogliere tutti i giorni la plastica, il vetro e altro, perché diventerebbe improponibile, ma soprattutto perché non ci sono i termini di legge per poterlo fare, al di là del fatto che i costi lieviterebbero in maniera notevole. La parte interiore che dobbiamo fare presente è che ci sono alcune zone della città che insistono nell’essere sporche, non perché manca il servizio, perché lì dove c’è il porta a porta è incomprensibile che ci sia una città che abbia delle localizzazioni che sono sporche. Considerate che ogni giorno una città come Milazzo fa circa 16 mila buste di spazzatura di qualsiasi tipologia. Se soltanto il 2% di queste, resta a terra, sono 320 buste. Facciamo conto che abbiamo 32 buste su dieci punti nevralgici di Milazzo, sembra che la città sia sporca, ma di fatto è solo il 2% della popolazione che non ha rispettato il quantum. L’ampiezza del territorio e il fatto che Milazzo abbiadelle caratteristiche particolari come costruzioni abitative che sono dei condomini e non case singole in cui si va ad individuare immediatamente chi non rispetta il calendario, resta tutto difficoltoso. Tuttavia, siamo intervenuti con delle foto trappole e abbiamo fatto verbali per oltre 50 mila euro. Per la maggior parte già pagati, e quindi abbiamo ristretto queste aree. Adesso stiamo per intervenire sulle altre aree. E’ un processo che richiede mediamente circa dieci anni a livello nazionale. Considerate che noi siamo partiti con il 12% e due anni dopo siamo arrivati al 65%. Adesso è necessaria una stretta sulla strada.  

Signor Sindaco, perché in certi punti della città mancano i cestini portarifiuti, come ad esempio nell’area del mar di ponente all’altezza del chiosco della rotonda di San Papino, in cui è evidente il degrado provocato da mozziconi di sigaretta, cartacce e tanto altro?
“Allora, in quell’area abbiamo individuato dei cestini da mettere che abbiamo appena comprato e alcuni dei quali sono già comparsi in alcune zone della città, come ad esempio a San Papino, dove abbiamo messo dei contenitori nuovi e siamo a pochi metri di distanza. Perché non abbiamo messo altri contenitori in questo momento? Perché proprio dalla parte opposta, appena superata la rotonda, ci sono dei contenitori per i rifiuti che non vengono utilizzati dai cittadini come contenitori di rifiuti stradali, come pezzetti di carta, cicche di sigarette, ecc, ma sono diventati deposito di buste di spazzatura di persone che non ne vogliono sapere di fare la raccolta differenziata e a qualsiasi ora del pomeriggio o della mattina presto va a depositare. Quindiavremmo incrementato ulteriormente questo tipo di attività con quei cestini che verranno tolti e messi degli altri più piccoli, perché sono dei veri e propri cestini da strada. Infatti, il cestino da strada, ha la caratteristica di non essere particolarmente grande e di essere destinato a una raccolta multipla, visto e considerato che è così. Rimettendo o lasciando quei vecchi cestini che c’erano,avremmo creato una situazione di disastro. San Papino era una delle zone più sporche in assoluto di Milazzo e lei si ricorderà che il lato del campo sportivo di San Papino era totalmente pieno di rifiuti. Devo dire che là è stata una bella lotta perché siamo riusciti a ripulire, e poco per volta riusciremo a ripulire tutto quanto. D’altra parte ho ancora due anni e qualche mese di mandato davanti, che cercherò di sfruttare per fare ancora qualche ulteriore aggiusto.

Quindi, in base a ciò che ha detto, c’è un chiaro richiamo ai cittadini a rispettare le regole per un vivere civile.
“Sì, è così!”

Tra le tante cose che la sua Giunta Comunale ha messo in atto, c’è l’esigenza per Milazzo di recuperare l’immagine perduta in tanti anni di immobilismo politico, sociale e culturale. Come intende proseguire su questa strada?
Quest’anno abbiamo creato un brand, che a pochi è parso importante ma che invece è fondamentale. Il “Che bella storia” riferito alla cittadella fortificata, non è una frase di circostanza ma è un richiamo a tutto quello che è successo all’interno di quella cittadella fortificata. Credo che Milazzo abbia una presenza storica che nessun’altra città d’Italia possa vantare rispetto a quanto si è verificato. Partendo dalle guerre puniche e arrivando fino all’ultima battaglia del luglio del 1860 dei garibaldini, Milazzo è stata sempre un punto di riferimento, perché da qui è partita la lunga storia d’Italia. Non c’è stata nessuna battaglia a Messina, per cui l’ultimo baluardo per la conquista e la caduta del Regno delle Due Sicilie fu proprio Milazzo. L’Unità d’Italia, di fatto, nasce proprio qua. Questa è storia, per cui noi dobbiamo puntare su quelle che sono le peculiarità di questa città che abbiamo dimenticato e far capire che qui a Milazzo c’è la storia d’Italia, far capire che nonostante la presenza di un polo industriale noi abbiamo tante altre peculiarità. La cosa più assurda che si poteva ipotizzare era quella che all’interno di un golfo di levante con la presenza di un sito industriale importante, si potesse arrivare a realizzare un’area marina protetta che non ci credeva nessuno. Eppure la volontà che abbiamo espresso – ricordo che io ero stato uno dei promotori nel 2010 dell’Area Marina Protetta – oggi ci porta a dire che abbiamo un turismo sostenibile e che è diventato importante per tutta Italia e noi siamo un punto di riferimento. Allora, abbiamo delle peculiarità fondamentali che sono quelle del turismo, anche se ormai parlare di turismo è diventata una cosa generica, perché tutti fanno turismo. Bisogna capire che tipo di turismo può fare Milazzo. Milazzo può fare un tipo di turismo sostenibile? Sì, sicuramente sì, può fare un tipo di turismo storico e culturale? Sì, sicuramente sì. E allora dobbiamo puntare su quello. Il turismo in generale è bello, ecco perché creare l’isola pedonale allargata, è un fatto importante in quanto chi viene qua e vuole conoscere la storia, non ama stare in mezzo alle autovetture o ai camion e tutto il resto. E’ gente che va in luoghi dove può tranquillamente godere la natura e la città camminando a piedi, respirando e avendo quei servizi che sono necessari. Questo è quello che dobbiamo fare. Noi abbiamo puntato altissimo sul turismo scolastico e quest’anno i numeri ci incominciano a dare delle grandi soddisfazioni. Nei primi sei mesi dell’anno, abbiamo avuto al Castello circa trentamila visitatori e fra questi 8.500 sono studenti che provengono da tutti gli istituti italiani. Una cosa che non era mai successa prima, perché al massimo abbiamo avuto a Milazzo una o due scuole l’anno, e invece abbiamo sensibilizzato le strutture scolastiche italianedicendo che non c’è bisogno di andare a Parigi per trovare la storia d’Italia, visto che ce l’abbiamo qua. E devo dire che le risposte sono state particolarmente incoraggianti anche dalla stessa Sicilia, dove sono arrivati molti visitatori. Poi dobbiamo recuperare quello che è il nostro patrimonio politico che anche quello è andato perso, e oggi siamo in una situazione che è certamente positiva. Abbiamo recuperato un ruolo di punto centrale di riferimento, di una intera Piana di Milazzo che altri chiamano Valle del Mela ma che di fatto non esiste, perché all’epoca è stato dato assieme alla dichiarazione di alto rischio. Esiste la Piana di Milazzo che va da Villafranca e arriva a Patti. Questo ci dice che noi dobbiamo essere punto di riferimento per un territorio che trainiamo, trasciniamo economicamente e ci stiamo riuscendo. Milazzo ha la presidenza del gruppo dei locali della zona, Milazzo è all’interno dell’asilo più importante e più vasto di Sicilia. Dobbiamo recuperare una credibilità dal punto di vista politico che non abbiamo mai avuto, anche perché siamo sempre stati Barcellona dipendenti in politica e non si offenda nessuno, anche se Barcellona ha sempre espresso onorevoli e deputati. Tuttavia, questo non significa che Milazzo debba necessariamente esprimere deputati e onorevoli. Io ritengo utile parlare allo stesso livello con tutti ed essere sullo stesso piano, non subordinati. Poi possono arrivare da qualsiasi parte gli onorevoli e i deputatati anche da Milazzo, se dovesse capitare e succedere, però credo che la subordinazione sia la mortificazione della politica e della vita cittadina. Infatti, la cosa che amo di meno è il cercare necessariamente un padrino in politica, perché significa non avere la capacità di poter proporre le proprie idee in maniera solitaria. E questo non va assolutamente bene.”

Signor Sindaco, abbiamo notato che quest’anno si sono rafforzati gli impegni del Comune nell’incrementare eventi e spettacoli atti ad attrarre, soprattutto d’estate, la curiosità dei turisti. Che cosa risponde a chi sostiene malignamente che tutto ciò è solo fumo negli occhi?
“ Beh, probabilmente sarà fumo negli occhi ma che arriva dalle sigarette di tantissime persone che sono presenti in città. Il fumo negli occhi è evidente che può essere iniziale, ma poi c’è anche la sostanza e, se manca questa, se manca la gente, se mancano i visitatori, allora sì che è fumo negli occhi. Tuttavia, mi pare di potere dire che abbiamo avuto un’estate dedicata alla letteratura che è stata piena sotto tutti i punti di vista, non soltanto con Milazzo Cult ma anche attraverso le iniziative delle varie associazioni che hanno promosso altrettanti presentazioni di libri e in ultimo è uscita anche quella di Italia Nostra, perché è l’ultima in ordine di tempo con la presentazione del circuito delle Case Matte, la quale è una iniziativa importante che richiama alla memoria di tutti i milazzesi una cosa che abbiamo dimenticato, e cioè che esiste anche una guerra nel mondo e la presenza importante di un circuito di persone che ci hanno parlato di mafia, la presenza in città della Savona 15, l’autovettura che ospitava quel maledetto giorno la scorta di Falcone a Capaci, che ha dato una grande sensibilità. Ho visto dei bambini piangere di fronte a quella teca e questo mi ha dato grande soddisfazione. Perciò, se questo è fumo, mi chiedo qual è l’arrosto che abbiamo lasciato.

Sindaco Midili, quanti fondi sono necessari per ricostruire tanti marciapiedi dissestati di Milazzo? E cosa pensa della decisione del Governo di tagliare ai Comuni i Fondi del PNRR?Partendo dalla parte finale della sua domanda, dico che noi siamo stati baciati dalla fortuna, nel senso che come Comune non abbiamo perso assolutamente nulla dei finanziamenti ottenuti, e per me, tutto questo, è un fatto positivo. Mi dispiace per i colleghi che hanno visto decurtati il finanziamento, perché è evidente che ci sono delle difficoltà in cui si è preferito andare su altre situazioni, ma credo che si sia intervenuti su progetti non ancora definitivamente assegnati e quindi andati in gara. Quello che posso dire rispetto a questo punto è che noi siamo stati davvero fortunati, perché non abbiamo perso nulla da questo punto di vista. E adesso il problema dei marciapiedi dissestati. Ecco il programma che abbiamo previsto. Intanto partiamo tra una settimana con la prima trance di asfalto e sistemazione marciapiedi che in alcuni casi sono già iniziati. Abbiamo iniziato con alcuni tratti di marciapiede che si trovano in Via Colonnello Bertè. Nella programmazione che abbiamo posto in essere ci sono gli interventi previsti, e nel corso del 2024 e del 2025 c’è l’intenzione di recuperare oltre otto kilometri e mezzo di asfalto e circa un chilometro e mezzo di marciapiede. Quindi, è un investimento importante che stiamo per andare a fare ma che abbiamo già individuato in bilancio che è stato già approvato. Il consuntivo, infatti, ci consentirà di sbloccare alcune risorse importanti che abbiamo messo da parte nell’anno 2022, proprio per utilizzarli a questi fini. Quindi i marciapiedi e gli asfalti sulle strade, credo siano tra gli aspetti più importanti che ci interesseranno nei mesi a venire, fino al termine della legislatura.”

Macchine posteggiate sui marciapiedi, senza alcuna multa. Perché?
“C’è una situazione di assoluto contrasto, perché ci sono alcuni che si lamentano delle troppe contravvenzioni e altri dell’assenza dei vigili. Noi veniamo da un periodo nel quale il corpo di polizia municipale era ridotto a undici unità che lavoravano 24 ore alla settimana, quindi era improponibile pensare di vedere dei vigili su strada. Abbiamo già assunto 10 vigili urbani, abbiamo riportato quelle 11 persone a una vita quasi normale di 34 ore settimanali e altri 5 li stiamo assumendo, ma proprio in questi giorni abbiamo preso del personale temporaneo con altri 15 vigili urbani. In questi ultimi quattro giorni i vigili sono visibili e anche i rimproveri bonari da parte dei cittadini che si sono visti multati o comunque disturbati dal loro quieto vivere, per essere richiamati a un vivere civile. Abbiamo una caratteristica come città che è quella di avere preso l’abitudine a non rispettare le regole e quindi è molto difficile. Quello che dobbiamo combattere maggiormente è l’abitudine, e se riusciamo a sconfiggerla a non rispettare le regole, credo che siamo sulla buona strada. Devo dire che un miglioramento nel corso di quest’anno si è notato rispetto agli anni precedenti, soprattutto per un determinato tipo di infrazione e vale a dire quello della doppia e tripla fila. Questo è un fenomeno che sta diminuendo, così come il parcheggio selvaggio sui marciapiedi. Ma ancora c’è molto da fare.

Lei che oltre ad essere il sindaco di Milazzo è anche giornalista, che rapporto ha con i mezzi di informazione sul territorio?
“Ultimamente sono stato definito come colui il quale non conosce l’articolo 21 della Costituzione. Non sanno che io lo conosco bene non solo perché faccio il giornalista ma anche perché tra le cose che ho fatto nella mia vita, è che ho studiato Scienze Politiche con indirizzo Amministrativo e quindi il Diritto Costituzionale lo conosco se non benissimo, comunque l’ho studiato e conosco anche gli altri articoli della nostra costituzione, e fra questi non credo che ci sia un diritto a dire cose inesatte. Proprio perché faccio il giornalista, spesso non ho un grande rapporto, non con la stampa in generale, ma con una stampa che tende a essere imparziale, ma di fatto poi racconta cose senza neanche ascoltare la fonte. Un giornalista sa che la prima cosa da fare è verificare le fonti tipo: “Ho sentito dire che probabilmente il Castello è stato chiuso, perché non hanno l’autorizzazione”. Penso che la cosa più semplice da fare in questo caso sia chiamare il Comune e chiedere se è verità. Scrivere, invece, un titolo come “Castello chiuso perché non ha ottenuto l’autorizzazione” – credo che non abbia nulla a che fare con il diritto di cronaca che è sacrosanto, ma pretendo un’informazione corretta.”

Pensa che un giorno si possa realizzare il sogno di una Milazzo che non sia un semplice porto di passaggio per le Isole Eolie? Oltre le attrazioni culturali alle quali facevamo riferimento prima, in che cosa Milazzo può attrarre i turisti a vivere la città?
“Io credo che Milazzo possa diventare la più grande delle isole, nel senso che questa città dovrebbe essere un posto dove la gente che vuole andare alle Isole Eolie viene a soggiornare, dedicandosi poi per qualche giorno alla visita delle Isole. E’ come invertire il cosi detto turismo di ritorno. Io credo che Milazzo debba proporsi come punto dove la gente possa abitare stabilmente tre, quattro, cinque giorni la settimana, ed offrire all’interno di questo pacchetto la possibilità di andare alle Isole Eolie. Che cosa abbiamo per potere fare questo? Tutto! Perché abbiamo i servizi, il mare, l’ospitalità, gli spettacoli, l’opportunità di andare a visitare le Isole Eolie in 45 minuti, senza uscire pazzo. Da questo punto di vista dobbiamo migliorare nei servizi collaterali che sono quelli dei collegamenti con le navette per dare l’opportunità di muoversi in città con una certa frequenza. Penso che Milazzo possa diventare nel tempo la più grande città delle Isole Eolie.

Signor Sindaco, che rapporto ha con le emozioni?
Sono una persona che vive la vita da sindaco in maniera forte, nel senso che mi alzo la mattina presto, esco con il mio cane, riordino le idee e poi comincio a lavorare in funzione di quello che io ritengo sia la cosa più utile. Poi, com’è umano, posso anche sbagliare, ma sono una persona che vive fortemente il territorio e ho delle emozioni forti rispetto alla mia carica da sindaco. Mi emoziono alle lacrime, quando ci sono delle belle cose per la mia città, mi arrabbio molto quando vedo delle cose che non vanno bene e credo che il mio rapporto con le emozioni oggi, dopo tre anni, cerco in qualche modo di controllarlo ma non lo dominoperché l’emozione è proprio spontanea, nel senso che qualsiasi tipo di emozione come la rabbia, il piacere, il disappunto, ecc. sono tutte cose che nascono spontaneamente. Per cui, cerco di dominarli anche se in alcuni casi faccio anche fatica. Però, alla fine, penso che bisogna avere un buon rapporto con le proprie emozioni.

Quando si guarda allo specchio, si chiede se sta facendo bene il suo lavoro o no?
“Ho l’abitudine di guardarmi allo specchio, anche perché dall’età di diciotto anni faccio la barba tutti i giorni. La mattina non mi faccio la domanda se sto facendo bene o male il mio lavoro, perché non è quello che spesso e volentieri deve essere l’obiettivo. L’obiettivo deve essere quello di dare maggiori soddisfazioni a tanti cittadini, rispetto alle problematiche che noi affrontiamo giorno dopo giorno. E su quello, tutte le mattine mi guardo allo specchio tranquillamente.

Signor sindaco. Dopo questa esperienza da Primo Cittadino della Città di Milazzo e dopo avere sostenuto per tanti anni battaglie politiche all’opposizione in seno al Comune, pensa ancora di ricandidarsi a Sindaco quando sarà il momento di nuove elezioni comunali?
“Io già sono candidato naturale, nel senso che il percorso iniziato con questa Amministrazione necessiti di un naturale prolungamento e prosecuzione. Noi abbiamo affrontato il programma dei primi cinque anni che era quello forte, di impatto immediato, e in quel programma abbiamo dato quello che per noi erano le cose da affrontare subito. Ma la città va poi completata nel miglioramento di tanti servizi che oggi sono carenti e che incominceremo a migliorare. Per potere dare una svolta definitiva a una città, cinque anni diventano pochi perché i tempi burocratici della pubblica amministrazione sono talmente ampi, che poi fatalmente si riduce in due anni o due anni e mezzo. Ecco perché c’è bisogno di due mandati per avere realmente cinque anni di lavoro effettivo.

Per finire Dr Midili, c’è qualche domanda che non le ho fatto e che avrebbe avuto piacere sentirsi rivolgere?
“No, dal mio punto di vista sono molto soddisfatto di questa intervista, non perché è stata un’occasione nella quale ho potuto parlare, ma perché mi ha dato l’opportunità di dire come opero. Probabilmente poteva nascere una domanda in più verso l’opposizione e agli avversari politici. Un passaggio sull’opposizione che c’è in città, rispetto alle dinamiche politiche che si stanno verificando. Tutto qui.”

Salvino Cavallaro

         

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