Quei migranti stipati nel fatiscente barcone della speranza

E’ l’antico problema del mondo, la genesi dell’uomo nella difficoltà di umanizzare la propria esistenza. Le guerre, l’odio accecante e la miopia nell’occuparsi dei bisogni dei popoli risolvendo in qualche modo gli spostamenti di massa, fanno pensare a eventi sociali che sono ciclici nelle loro manifestazioni più cruente. Si potrebbero fare lunghi discorsi su questi temi che riguardano l’uomo in quanto essenza e centralità di ogni cosa, ma, alla fine di ogni pensiero, resta emblematico quel non dare mai ascolto a quella coscienza che oggi più che mai sembra essersi perduta nella deriva dei sentimenti più umanizzanti. Sono i diritti delle persone ad essere ignorati, volutamente dimenticati da quell’ego che si erge come prima scelta di vita. “Mors tua vita mea”! E intanto la gente muore, l’odio decapita donne, uomini, vecchi, bambini, innocenti che hanno diritto alla vita. Perché tutto questo continuo sguazzare nel torbido delle acque più melmose dell’uomo? E’ così difficile vivere attraverso la pace e l’amore nel rispetto di ogni diversità? Forse tutto ciò è utopia, perché è proprio lo scorrere delle pagine della storia dell’umanità che ci dice che non esiste solo il bene. Ma forse, grazie a Dio, non esiste neanche solo il male.

Salvino Cavallaro        

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