Un nuovo umanesimo per la Scuola e la Società, convegno a Milazzo

Mercoledì 17 Aprile si è tenuto a Palazzo D’Amico un incontro dal titolo “ Giovani, Scuola e Società: rivalutazione dell’Humanitas”.

All’evento, promosso dalla sezione UCIIM  ( Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi ) “Maria Cernuto” di Milazzo con il patrocinio del Comune, hanno partecipato Padre Miguel Cavallé Puig, teologo ed educatore, in qualità di relatore; la Prof.ssa Loredana Stagno, Presidente della sezione UCIIM di Milazzo; Padre Carmelo Russo, biblista e Assistente Spirituale della stessa sezione.

Al termine dei saluti istituzionali la Prof.ssa Stagno ha introdotto il tema dell’incontro, sottolineando l’attualità e l’importanza dell’urgente necessità di riscoprire l’humanitas con tutte le sue implicazioni. Padre Cavallé, in maniera davvero magistrale, ha descritto l’attuale disagio sociale – e l’angoscia esistenziale che lo caratterizza – ascrivendone la causa alla perdita di identità, di riferimenti e di valori che la post-modernità ha portato con sé.

In particolare l’avvento di una società liquida, come l’ha definita Bauman per i suoi  contorni indefiniti e mutevoli, fortemente orientata all’individualismo, al consumismo seriale, all’edonismo; l’odierna esaltazione della mediocrità che fa assurgere la piattezza e l’inettitudine al rango di virtù contrapponendola all’intelligenza e al merito che  diventano ostentazione e riprovevole manifestazione delle proprie capacità intellettive, portando alla demotivazione e al disimpegno; il disinteresse nel formare menti razionali e quindi critiche a vantaggio di una pervasiva e rassicurante omologazione e manipolazione degli individui; il transumanesimo che, liberatosi dai vincoli della religione e della morale universale , usa la scienza e la tecnologia per consentire agli uomini – o meglio ad alcuni di essi- attraverso la manipolazione del genoma e del cervello, di trascendere la propria umanità nell’illusione di diventare onnipotenti ed immortali come Dio.

Di fronte a tanta complessità ed incertezza, in una società così fortemente discriminatoria e competitiva da escludere piuttosto che includere, è difficile definire il proprio progetto di vita e guardare al futuro con speranza.

E’ questa paura del mondo e della società che porta le persone, in particolare quelle più fragili e vulnerabili, ad anestetizzarsi con la droga o a vivere  da reclusi come gli Hikikomori.

Anche se non lo sentiamo, il loro grido di dolore è assordante come grande la richiesta di aiuto, il bisogno di amore e sicurezza.

E’ tempo di ripensare un nuovo Umanesimo che si prenda cura dell’uomo restituendogli la dignità che gli compete, lo aiuti a trovare una felicità duratura – che non è quella momentanea suscitata dal piacere –  amando, lasciandosi amare, trovando in sé e nella sua spiritualità il senso e il gusto della vita.

Il dibattito finale è stato moderato da Padre Carmelo Russo che ha ripreso le fila delle tante sollecitazioni emerse.

       Nella Barbera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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