“Mai bocciatura fu più preannunciata e, quel che è peggio, mai fu più scontata fin dall’inizio. Che le norme demagogiche votate dall’Ars fossero destinate a bocciatura costituzionale era infatti evidente a tutti. Durante il dibattito in Aula sono intervenuto più volte, su ogni articolo a e è in modo puntuale, per spiegare come le proposte della maggioranza e del Governo fossero destinate alla bocciatura. Ma qualcuno ha voluto per forza dare il contentino e sostanzialmente prendere in giro alcuni sedicenti comitati di cittadini, forzando la mano oltre misura.
Adesso restano l’ennesima figuraccia e l’ennesima bocciatura della capacità legislativa di questa Assemblea, che sotto la spinta del PD e di Crocetta passerà alla storia come quella col maggior numero di provvedimenti dichiarati incostituzionali”. A dirlo è Roberto Di Mauro del Movimento per l’Autonomia ma la blocciatura della legge siciliana sull’acqua pubblica è destinata ad andare oltre al semplic econfronto fra maggioranza e opposizione.
E’ all’interno del Pd che lo scontro si fa violento. “La sentenza della Corte Costituzionale che ha sostanzialmente cassato gli articoli che riguardano la gestione del servizio idrico in Sicilia e il modello tariffario – compresa la parte relativa al costo dell’acqua fornita da Siciliacque – di fatto azzera il referendum al quale hanno votato 27 milioni di italiani e calpesta l’Autonomia siciliana e le prerogative statutarie – dice il vice presidente del gruppo Pd all’ars Giovanni Panepinto -. È evidente che la grande lobby dell’acqua – accusa -non pensi che sia una partita chiusa. Chi oggi festeggia questa sentenza dovrebbe ricordare che nel 2004 fu stipulata una convezione di 40 anni con una società per la gestione di risorse idriche, strutture e dighe pagate dai contribuenti siciliani. Credo che questa vicenda metta in discussione anche i rapporti fra il Partito Democratico, il governo regionale che non si è costituito di fronte ai giudici della Corte e che non ha applicato la legge in questi due anni, e il governo nazionale che ha impugnato la legge”.
Ma la replica dura arriva dalla collega di partito Valeria Sudano che già nel 2015 aveva parlato di norma illogica e illegittima e si era rifiutata di votarlam invitando il parlamento a rivederla anche dopo l’approvazione.
“Appare fin troppo facile dire oggi: ‘lo avevamo detto’ ma purtroppo è esattamente così che stanno le cose. La bocciatura della norma regionale sull’acqua pubblica pronunciata ieri dalla Corte Costituzionale era ampiamente prevista e prevedibile”