Medici di base introvabili e farmacisti stressati dal superlavoro inaspettato.

Il Coronavirus che ci perseguita ormai dalla fine del 2019, ha messo in ginocchio il nostro già precario sistema sanitario. Una interminabile e snervante pandemia che ha cambiato noi, le nostre abitudini e il nostro modus vivendi e operandi che non ci farà più tornare indietro; almeno per com’eravamo abituati. I medici di famiglia si sono resi irreperibili e al massimo si possono contattare solo attraverso il ricettario che ci viene inviato via mail. Il resto è nulla e se abbiamo bisogno di cure mediche non ci resta che rivolgerci al farmacista, una categoria che si è trovata ad essere investita da mansioni che fino a qualche anno fa non le competevano. E abbiamo ancora negli occhi le lunghe file del periodo natalizio a Milano, in cui la gente per fare un tampone si è accalcata a far la coda lungo i marciapiedi vicino alle farmacie.  E ancora oggi la situazione non è neppure cambiata, perché se vuoi fare un tampone in farmacia ti devi prenotare, ammesso che i tamponi siano disponibili. E così la farmacia è diventata il luogo dove tutti noi crediamo di sentirci più al sicuro verificando la nostra negatività al covid. Negatività che, come ormai tutti sappiamo, è soltanto temporanea. E sappiamo anche che questo superlavoro cui i farmacisti e le farmacie sono sottoposte, non può certamente garantire le attenzioni e la qualità professionale che in tempi passati ci si poteva aspettare. L’Italia è nel caos sanitario, la pandemia e questa variante Omicron che è contagiosissima, ha praticamente acuito il senso di confusione anche da parte del governo che è alle prese con i continui cambiamenti di normative anti covid su scuole, servizi pubblici e privati, sport e tanto altro. E mentre si ricorre alla vaccinazione per i bambini dai cinque anni in su e l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni – altrimenti non  puoi andare neanche a lavorare – ecco che il nostro sistema sanitario cerca idee utili ad alleggerire in qualche modo il ripetuto intasamento degli ospedali e delle sue terapie intensive che continuano ancora a registrare un numero alto di mortalità. E’ ormai chiaro che la situazione sanitaria sia sfuggita di mano a tutti, soprattutto per non essersi preparati in tempo a fronteggiare il ritorno del notevole contagio da virus che muta e si adatta maledettamente alle persone. Resta il fatto inconfutabile di un’Italia che, nonostante sia per la maggior parte della sua popolazione vaccinata, non è in grado di garantire un minimo di assistenza sanitaria. Come dicevamo pocanzi, i medici di base sono spariti. Negli ospedali si seguono in massima parte gli ammalati di covid e coloro i quali sono affetti da altre patologie anche croniche sono costretti ad auto curarsi attraverso i consigli del proprio farmacista di fiducia, il quale stressato per il superlavoro, quasi frettolosamente e senza troppo intrattenersi con il proprio cliente dà un suo parere sui vari sintomi esposti da chi gli sta davanti al banco. Un modo come un altro per tamponare in qualche modo l’inefficienza sanitaria, ma che non è certamente affidabile come recarsi da un medico, per sottoporsi a quella visita cui eravamo abituati e del quale oggi più che mai ne sentiamo il bisogno. Se ti serve una visita specialistica non ti resta che prenotarti in uno dei tanti centri privati, pagare anche oltre 150,00 o 200,00 euro, sperando di non avere bisogno con urgenza di qualche intervento in ospedale. Insomma, viviamo in un periodo in cui la sanità italiana è tra le peggiori in Europa, e adesso più che mai ci sentiamo davvero soli, confusi e arrabbiati per una situazione insostenibile che non si addice a un paese civile. Fuggono dunque i medici di base che temono di essere infettati dai propri pazienti e la farmacia resta l’unico appiglio per tamponi, consigli e forniture di medicine spesso anche costose. E intanto il virus con la sua mutazione continua a circolare nel mondo, affievolendo la forza dei vaccini che, tuttavia, in base a quanto ci dice la scienza, resta l’unica vera arma per combattere il covid.

Salvino Cavallaro         

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