Indi Gregory lotta per vivere

Ieri sono state concesse altre  24 ore di proroga del termine per il distacco dei supporti che tengono in vita la piccola Indi Gregory, affetta da una rara malattia del Dna mitocondriale.

È stato presentato un ricorso urgente all’Alta Corte del Regno Unito ai sensi della Convenzione dell’Aja, avverso la decisione del  giudice Robert Peel, che aveva stabilito che il supporto vitale di Indi Gregory deve essere rimosso presso il Queen’s Medical Center di Nottingham o in un hospice e non a casa, contrariamente alla volontà dei suoi genitori. Gestire il fine vita a casa, è  stato ritenuto non nel miglior interesse della bambina e quasi impossibile da realizzare al domicilio senza complicazioni. 

Il console italiano a Manchester, in funzione di giudice tutelare, ha emesso un provvedimento di urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma e il trasferimento della minore a Roma e nominando anche un curatore speciale per gestire le procedure. 

In verità è da ritenere un’interferenza illecita quella della giustizia straniera sulla vita di una cittadina italiana, atteso che  il Governo italiano ha concesso a Indi la cittadinanza italiana, emettendo anche misure di emergenza che ne autorizzavano il trasferimento all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per cure specialistiche.

La piccina respira e le batte il cuore, ha solo otto mesi ma è già una piccola guerriera. Tutelare il suo diritto alla vita e affidarla all’ amore infinito dei suoi genitori e alle cure dei Medici del Bambino Gesù è la decisione nella quale molti sperano.
Ester Isaja

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