Il grande errore di Andrea Agnelli e della Juventus di allora, di lasciarsi sfuggire Beppe Marotta e di non avere creduto in Simone Inzaghi

E’ stata la discesa repentina senza freni inibitori. Si, adesso, con il senno di poi, è facile avere rimpianti su uno dei più grandi errori commessi dall’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli, il quale prese posizione nella sua convinzione di acquistare Cristiano Ronaldo per vincere la Champions League. Quasi sicuro, in accordo con i suoi fidi Nedved, Paratici e Arrivabene, la società Juve di allora pensava a un investimento tale di dare un ritorno anche economico di immagine e anche tecnico nella certezza di primeggiare anche in campo internazionale. Ebbene, quel Cristiano Ronaldo fu lo specchietto delle allodole, l’illusione che prosciugo’ le casse di una Juventus che dal punto di vista economico e organizzativo non si riprese più. Che fosse una vera e propria pazzia lo aveva predetto Beppe Marotta, il quale, essendo rimasto solo contro tutti, rassegno’ le sue dimissioni. Ma ci fu un altro grave errore da parte della vecchia gestione della Juventus, e fu quello di non credere su Simone Inzaghi allenatore del dopo Allegri. “Non ha esperienza internazionale” si disse allora, quando noi – e di questo ne possono dare atto le nostre pagine scritte in quel periodo – caldeggiavamo Inzaghi sulla panchina della Juve come figura di allenatore ideale per potere iniziare un nuovo ciclo. Allenatore giovane, elegante, perfetto nel trattare con i media e bravo sotto l’aspetto tecnico per avere fatto bene sulla panchina della Lazio, Simone Inzaghi non fu preso in considerazione dando invece fiducia a quel Maurizio Sarri che pur avendo vinto lo scudetto non ebbe seguito nel progetto futuro della Juventus. E adesso che i giochi sono fatti, assistiamo a ciò che quel vecchio entourage direttivo della Juve ha praticamente sbagliato alla grande. Marotta e Inzaghi stanno costruendo l’Inter di oggi e di domani, nonostante le risapute difficoltà economiche della società nerazzurra capitanata dal presidente Steven Zhang. Dunque, non possiamo dire che sia sempre facile parlare con il senno di poi, quando certi inevitabili nodi sono venuti al pettine, prima ancora che il futuro di ciò che si era sostenuto era evidente. Oggi l’ex presidente Andrea Agnelli ha dichiarato che “se in quel periodo non ci fosse stato il Covid, CR7 sarebbe stato un investimento”. Mah! Questo, mai nessuno ce lo potrà dire. La storia parla chiaro di errori che hanno segnato la rottura di un giocattolo che a fatica sta raccogliendo i pezzi per essere ricostruito. Tuttavia, pur riconoscendo i meriti della presidenza di Andrea Agnelli che durante la sua gestione ha vinto tanto, c’e da dire che questo e altri nei del suo fare rimarranno indelebili.
Salvino Cavallaro

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